cos'è casa mia?

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mercoledì 24 aprile 2013

Pizza bianca, tipo romana


Quando nel '97 mio marito - allora findanzato!:-) - ebbe notizia di aver vinto il concorso all'Istat e doveva trasferirsi da Milano - dove stava lavorando - a Roma, non ho potuto fare a meno di tirare un sospiro di sollievo. A Milano non volevo proprio andare a vivere.... Sicuramente ha i suoi vantaggi vivere a Milano, ma nella vita ho altre priorità! La verità è che saremmo rimasti volentieri a Bologna, dove avevamo studiato, ma alla fine il destino ci ha portati a Roma. 
Ero preoccupata di ciò. Ho sempre pensato a Roma come una città caotica, dove i servizi non sono eccellenti, chissà chissà.... ma a Roma basta venirci una volta per sentirsi a casa propria! E tutte le volte che mi capita di tornare al centro, tra il Colosseo, i Fori Imperiali, P.zza di Spagna, Piazza Navona, Fontana di Trevi... me ne innamoro! Tutte le volte! 
Roma è come una donna meravigliosa, bella, piena di pregi e di difetti! E' proprio umana! Ti fa arrabbiare e ti fa innamorare ad ogni passo..... 
E quando è ora di mangiare qualcosa, cosa c'è di meglio di una pizza bianca romana? Nessuno può resistere! Non sarà salutare, ma se passo al forno un pezzetto la devo sempre prendere e mangiarla subito! Vabbè, poi magari faccio il giro largo per tornare a casa e anche le scale, per smaltire!!!:-) 
Ci avevo provato altre volte a prepararla. Ma stavolta è stata quella giusta! Ho avuto lo spunto da una cena in cui un papà ha preparato un impasto di pizza che mi è piaciuto molto, l'ho riadattato e questo è quello che è venuto fuori! 
Sono veramente soddisfatta. L'ho preparata una domenica mattina in vista di un pic-nic al Parco della Caffarella e la passo anche a voi, così in vista del lungo ponte e sperando che il tempo ci assista, potete, se volete, prepararla anche voi! 
Ho scritto "tipo romana" perchè non posso assicurare che questa sia la ricetta originale visto che l'ho riadattata alle mie conoscenze. Ma vi assicuro che gli assomiglia moltissimo per sofficità e sapore. Esistono però molte varianti in base alle zone e al forno: bassa, alta, croccante o soffice. 


Ingredienti per 1 teglia da forno

400 gr di manitoba (io Lo Conte) 
200 gr di farina di grano duro (io Conad) 
90 gr di lievito madre rinfrescato almeno 2 volte
420 gr di acqua 
1 cucchiaino di zucchero
10 gr di sale
20 gr di olio evo + quello per la teglia e per condire

rosmarino
sale grosso

Ho impastato il sabato pomeriggio. 
Impasto col Bimby. 
Mettere nel boccale l'acqua tiepida, il lievito madre e lo zucchero: far sciogliere 1 minuto a vel. 3. 
Aggiungere le farine e impastare: 10' vel. Spiga. Passati i primi 5' aggiungere l'olio e lasciarlo assorbire. Aggiungere il sale negli ultimi 2'. Tirare fuori l'impasto, formare una palletta e metterlo a lievitare. Dopo circa 8h fare le pieghe - come qui. Lasciare riprendere la lievitazione per qualche ora, poi coprire con pellicola e riporre in frigo nel ripiano basso. 
La mattina tirare fuori dal frigo l'impasto e lasciare che riprenda la temperatura ambiente per qualche ora. Stendere in una teglia unta con olio e fare in modo che lo spessore sia omogeneo. 
Lasciar rilievitare ancora qualche ora. Quindi scaldare il forno al massimo della temperatura, ventilato. Nel frattempo sprofondate le punta delle dita nell'impasto per creare delle fossette e spargete sulla superficie poco sale grosso. In una ciotola mettete due cucchiai di olio evo e allungate con acqua - circa il doppio o di più. Quindi versate sull'impasto più omogeneamente possibile. Se vi piacciono mettete anche qualche aghetto di rosmarino. 
Infornate appena il forno ha raggiunto la temperatura, abbassandola a 220° per i primi 10'. Quindi a 200° finché la pizza non assume un bel colore dorato. 


Mangiatela bianca o farcitela a piacere. La mortadella è "la morte sua", ma questa pizza si adatta ad essere farcita con ciò che vi piace di più. Una variante, a tempo debito, è quella di prepararla con prosciutto crudo e fichi. A Nemi la preparano anche con la confettura di fragoline di bosco; alle feste dei bambini anche con una famosa crema di cioccolata e nocciole: indovinate cos'é? 

Preparate la base, usate la fantasia e buone gite fuori porta a tutti! 

Alla prossima! 
Maria Luisa:-) 







lunedì 15 aprile 2013

Rifatte senza glutine: lo sfincione palermitano


Eccola la mia ultima sfida "senza glutine"! 
Come ho già detto anche in altre occasioni, non sono celiaca, ma colgo sempre l'occasione per nuove sfide e perchè no, per testare ricette che mi permettano di essere preparata per invitare a cena un celiaco. E poi diciamolo: non è che se ogni tanto mangiamo cose senza glutine ci fa male. 

"Esclusivi ed Esclusi" di Julio Padron
E' possibile tradurre in arte quello che oggi "subisce" chi scopre di essere intollerante al glutine? Perchè anche a loro ho pensato quando ho visto questo quadro del mio amico Julio Padron, di cui vi avevo già parlato anche qui
Il titolo del quadro è "Esclusivi ed Esclusi". 
Ho avuto la fortuna di avere la descrizione del pensiero che ha dato vita a questo quadro direttamente da Julio. Un pensiero molto articolato, che cercherò di riassumere qui. 
Ognuno di noi ha un destino, che inizia nel momento della fecondazione. Perchè proprio in quel momento esiste una selezione: lo spermatozoo più veloce che raggiunge l'ovulo da fecondare dà vita ad un essere unico, con un DNA che dice tutto. Ma la vita è fatta anche di situazioni ambientali e di circostanze in cui ci troviamo a vivere e che ci permettono di stare dalla parte degli "Esclusivi o degli Esclusi". 
Questo è proprio quello che potremmo dire di noi stessi o di personaggi storici, perchè col senno di poi realizziamo che alcune cose accadono perchè una persona si è trovata al posto giusto nel momento giusto o al posto sbagliato nel momento sbagliato. Così, per una caratteristica probabilmente già prevista nel DNA, i celiaci che oggi vivono nel nostro paese fanno parte degli "Esclusi". "Esclusi" perchè vivono in un paese dove il glutine è presente nella maggior parte dei prodotti più consumati nella nostra dieta: pasta, pane, pizza, e vari derivati, compresi i dolci. Magari a vivere in Oriente non avrebbero avuto questi problemi... E chi non ha questo problema sono, dal loro punto di vista, "gli esclusivi", quelli che non devono preoccuparsi se anche nello zucchero a velo ci sta la "spiga barrata". E non possono neanche pensare di mangiare fuori ovunque! Nè tanto meno di andare a fare un giro in una rosticceria palermitana e addentare uno sfiziosissimo sfincione. 


Tuttavia, in barba a tutte le congiunture astrali che portano un celiaco a vivere in un paese glutinoso e famoso per le meraviglie che riesce a portare in tavola, i celiaci non si arrendono e provano e riprovano a riproporre stesse pietanze, della medesima bontà, senza glutine. Perchè questo sfincione preparato con la ricetta di Stefania, è stata non solo una sfida per me, ma una scoperta eccezionale. Sparito nel giro di un "click". 
Non ho fotografato il passo passo perchè io stessa cominciavo a pensare che non sarei riuscita a farci nulla. Mi ero anche un po' demoralizzata. Ma quando l'ho sfornato.... che soddisfazione! Mai arrendersi.... 

Ingredienti per la base:

350 gr di maizena
400 gr di farina di riso finissima (io Lo Conte)
40 gr di lievito di birra fresco (io ho usato 100 gr di lievito madre + 5 gr di lievito di birra)
60 gr di burro (o strutto)
15 di sale 
450 gr di latte

olio per ungere la teglia

per il condimento:
600 gr circa di pomodoro pelato (io polpa fatta in casa)
300 gr di cipolla
olio evo
caciocavallo o pecorino
origano
4 filetti di acciuga
pane grattugiato tostato (io semi di sesamo) 

Ho seguito un procedimento diverso rispetto a Stefania. 
Ho impastato nel Bimby. Ho messo a scaldare il latte per qualche minuto, portandolo a temperatura di 37°. 
Ho aggiunto il lievito madre e fatto sciogliere: qualche secondo a vel. 3. Ho miscelato le due farine e le ho aggiunte al latte: 4', vel. spiga. Dopo due minuti ho aggiunto dal foro del coperchio il burro morbido a pezzetti, e infine il sale. L'impasto è venuto morbido, ma compatto e visto che non utilizzo queste farine tutti i giorni mi sono lasciata convincere che andava bene. Dico così perchè avevo pensato di impastare venerdì sera per farlo sabato sera. Ma la mattina dopo era più o meno come l'avevo lasciato. E intorno a mezzogiorno, quando erano passate più di 12 ore, ho deciso di mettere ancora nel Bimby poco latte a scaldare - circa 40gr - in cui ho fatto sciogliere 10 gr di lievito di birra, aggiunto l'impasto e l'ho fatto lavorare per 2' sempre a vel. spiga. A quel punto l'impasto era piuttosto morbido, tipo frolla montata. Lì per lì mi convinco di non aggiungere altra farina e riprovare con questa consistenza. Dopo qualche ora cominciava a crescere. Non è esattamente raddoppiato, ma siccome dovevo uscire e volevo lasciare già pronto, ho deciso di cuocerlo. Quindi ho proceduto come da indicazioni di Stefania. Ho utilizzato due teglie da forno, prendo l'impasto che si rompe nelle mani... andiamo bene! Mi sa che stavolta non partecipo alle "Rifatte senza glutine"! Vabbè, procedo! Come dicevo: metto dell'olio nella teglia, lo spalmo con le mani partendo dal centro, così allo stesso tempo mi ungo le mani io stessa, metto l'impasto che come per magia si compatta e scivola sull'olio e si "accomoda" nella teglia come fosse stata sempre casa sua!:-) Uhmmm.... Vabbè, procediamo, non sono tanto convinta. Avvolgo la teglia nella pellicola e nel frattempo preparo il sugo. 
Metto in una padella l'olio e la cipolla affettata. Faccio appassire e aggiungo il pomodoro. Aggiungo anche poca acqua e il sale e lascio cuocere 20'. Il sugo secondo me è meglio un po' più acquoso così durante la cottura in forno non si secca troppo. Quindi condisco l'impasto che nel frattempo era diventato soffice soffice, aggiungo l'origano e il caciocavallo palermitano, e siccome non avevo pangrattato senza glutine ho optato per i semi di sesamo. Ho infornato nel forno caldo a 200° per 20' (qualche minuto meno o più può dipendere dal forno!). A rifarlo - anzi lo rifarò di certo - aggiungerei il caciocavallo a metà cottura in modo da non farlo cuocere troppo. 
E alla fine il risultato, su cui sono rimasta perplessa passo dopo passo, è stato fantastico! Grazie ancora a Stefania per aver suggerito questa meraviglia per le "rifatte senza glutine"! Ho avuto modo di sperimentare una nuova fantastica ricetta e scoprire che anche senza glutine... SI PUO'!

Manco a dirlo, con questa ricetta partecipo all'iniziativa "Rifatte senza glutine




Alla prossima!
Maria Luisa:-) 


venerdì 5 aprile 2013

Pizza al formaggio di Pasqua...con lievito madre degno di Mary Shelley!


Vi chiederete: "perchè scomodare Mary Shelley per descrivere una pizza al formaggio?". "Thanks for the question" (Grazie per la domanda) risponderebbero gli americani!:-) 
E la disturbo si, perchè a Frankenstein ho pensato quando ho visto il mio lievito madre riprendere vita.... 
Da qualche anno, l'avevo raccontato qui, utilizzo il lievito madre in moltissime preparazioni dolci e salate. Lo spaccio anche! Ma.... ma nell'ultimo mese, gira che ti rigira, l'ho usato pochissimo e ad un certo punto mi sono decisa a rinfrescarlo. Metto nel barattolo la sera, la mattina dopo non da segni di vita!:-( Eccolo, è morto! Butto tutto il lievito che avevo nei vari barattoli e lascio il barattolo dove ne avevo messo meno così, per vedere se aveva bisogno di più tempo. 
Piuttosto delusa.... mannaggia... volevo preparare la colomba, la pizza di Pasqua.... 
vabbè, lo recupererò da qualcuno...
 Passa ancora qualche giorno e mi trovo con il lievito che dà qualche cenno di ripresa... 
ahhhhh, ma allora forse era solo in rianimazione! 
Riparto: ne rinfresco 20 gr! Gli è servito 1 giorno intero, ma è cresciuto! 
Allora lo rinfresco di nuovo, utilizzando farina integrale, alternando con manitoba. 
E finalmente dopo 4-5 rinfreschi finalmente vedevo che riempiva il barattolo in poche ore! 
Non dico che sia un miracolo, ma solo la speranza che è sempre l'ultima a morire: bisogna sempre tentare e non arrendersi mai! Non è in fondo questo il messaggio della Pasqua e, al di la della fede, non lo è comunque la primavera - quando arriva!:-)?

Ceramiche Terre Solari
Troppo tardi per la Colomba, ho preferito utilizzare il mio lievito madre a disposizione per fare la Pizza al formaggio. Perchè si, ormai le nostre tavole pasquali sono il simbolo dell'Italia a tavola: oltre alla pizza al formaggio, tipico prodotto preparato per la colazione di Pasqua in Umbria come nelle Marche, non manca mai la Pastiera Napoletana, e i Cunnura cu' l'ova - biscotti tipici siciliani. Nel tempo, sono certa, si aggiungeranno altre cose... 
Malgrado il marito marchigiano, è la prima volta che mi cimento nella preparazione di questa pizza - per certe cose bisogna "sentirsi pronti!" - e sono realmente soddisfatta, anche se già penso a qualche variante. Ma la base è ottima. 
E' veramente una gran bella soddisfazione vedere questa torta lievitare, sentirne il profumo mentre cuoce in forno. E poi c'è l'attesa - perchè sarebbe meglio prepararla 3-4 gg prima di consumarla, perchè i profumi hanno tempo di amalgamarsi e dare il meglio già al primo taglio.
E la pubblico anche se fuori tempo massimo per la Pasqua, ma trovo che questa Pizza sia ottima per un buffet in piedi, per un pic-nic primaverile o semplicemente da portare in dono per un invito a cena o a pranzo.  Più o meno saporita in base al tipo di formaggio utilizzato, questa torta è ottima accompagnata da frittate - con la menta, con gli asparagi, con i carciofi; col pesto - classico o al finocchietto (la mia ricetta qui e qui); con salumi - lonza, ciauscolo, salame casareccio; con le uova sode, meglio se accompagnate da salsette varie.  

Girovagando su internet ho visto diverse ricette che mi ispiravano, ma su quella di Anice&Cannella è alla fine approdata la mia scelta! 
Unica cosa che ho modificato è aver utilizzato il lievito madre invece del lievito di birra.
Difficile resistere... 
Riporto qui la ricetta per comodità. 
Ingredienti per una pizza da circa 1kg
5 uova da 60 gr freschissime
(o l'equivalente in peso)
300 gr. di farina 0 (io Coop)
200 gr di manitoba (io Lo Conte)
100 ml di acqua
20 gr di lievito di birra 
(io l'ho sostituito con 90 gr di lievito madre 
rinfrescato 3 volte in tre gg.)
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di pepe 
(meglio se macinato fresco)
5 cucchiai di olio evo 
50 gr di strutto (no sostitutivi) 
250 gr di formaggio grattugiato 
(io ho optato per 150 gr di formaggio pecorino semistagionato del Caseificio De Juliis e 100 gr di parmigiano reggiano, ma le proporzioni possono variare in base ai gusti) 

Ho impastato col Bimby. 
Ho messo il lievito insieme allo zucchero e all'acqua tiepida nel boccale: 30'' vel. 2-3, o finché non si scioglie il lievito. Lasciare fermentare per circa 30'. 
Aggiungere 50 gr del totale previsto di manitoba e fare un'impastino: 1' a spiga. Dovreste avere alla fine un'impasto morbido, tipo ciambellone. Buttare sopra ancora un po' di manitoba quanto basta per coprire l'impasto e lasciare fermentare. Io l'ho lasciato per circa 3h, ma potrebbe bastare anche meno tempo. L'impastino è pronto quando comincia a screpolarsi. 
Nel frattempo sbattere le uova, unire il sale, il pepe, i formaggi grattugiati e infine l'olio: lasciare amalgamare. Pesate e miscelate le due farine. 
Quando l'impastino è pronto, con le lame in movimento - 5' vel. Spiga - aggiungere all'impasto le uova alternando con la farina. Quindi reimpostare altri 3' vel. Spiga e aggiungere dal foro lo strutto poco per volta, in modo che possa assorbirlo piano piano. L'impasto risulterà morbido e un po' appiccicoso. 
Con le marche di farine che ho utilizzato l'impasto era perfetto. 
Ho messo il panetto in una forma di carta da panettone gastronomico da 1kg e lasciato lievitare 5-6h: ha lievitato fino ad arrivare al bordo della formina. 

A questo punto accendere il forno a 190-200°. Dopo 5', quando il forno comincia a scaldarsi, versare 1 bicchiere di acqua sul fondo del forno per creare vapore e inserire la torta. Questo permette di non far formare una crosticina sopra. 
Cuocere 1h, ma può dipendere dal forno, quindi dopo 45' fare la prova stecco. La torta deve essere asciutta. 
Spegnere il forno e lasciare dentro la torta per 5'. 
Quindi aprire a fessura e lasciare ancora 5'. 
Quindi sfornare e lasciare raffreddare completamente. 
Chiudere in un sacchetto di plastica per alimenti e consumare preferibilmente dopo 2-3gg. 

Quale migliore occasione, visto che stavo in Sicilia, di utilizzare le ceramiche le ceramiche di mia sorella per fare le foto... 
tutto il resto ci aspettava in tavola la mattina dopo.......... 

Alla prossima! 
Maria Luisa:-) 










mercoledì 16 gennaio 2013

Filoncini di pane con lievito madre: che bontà! E il 4° Art. della Costituzione Italiana.


Piove da ieri sera, finalmente! 
Mi dispiace per chi non ama la pioggia, ma bisogna anche essere realisti: 
cosa faremmo se non piovesse? 
Ascoltatene il rumore: è la musica più rilassante che si possa sentire. 
Infatti stamattina non ho acceso neanche la radio!:-) 

Si lo so, quando esce il sole cantano gli uccellini... ma se non piove, chi da da bere alle piante? Vi immaginate un mondo senza pioggia? 
Quindi troviamo il lato positivo... 
Si sta al calduccio, anche dopo il lavoro si ha voglia di tornare a casa, 
mangiare qualcosa di buono, di caldo e rilassarsi davanti al camino - che non ho!:-( - 
o tutti sul divano sotto il plaid a leggere una storia ai bambini! 


E se proprio non vi va di uscire neanche per andare a comprare il pane, se avete il lievito madre che aspetta di essere utilizzato, avete la farina, il gioco è fatto! Impastate e gustatevi il pane appena sfornato. Io ho appena impastato. 
Tutto l'inverno scorso ho fatto esperimenti su esperimenti, appuntandomi su un agenda gli ingredienti utilizzati e i tempi di lievitazione e cottura. Poi tornavo per il giudizio finale. 
Giudicate da voi! 

Non sapete che soddisfazione quando ho tirato fuori questo pane!
 E soprattutto quando l'ho tagliato. Una meraviglia! Ecco, questo è stato il commento che ho appuntato su questo esperimento. 
Continuo a sperimentare, ma questo è quello che al momento mi soddisfa di più. 
Sarà anche il forno, che non gioca a mio favore, ma io ci provo sempre e primo poi lo mollo e ne compro un altro!!!:-) 


Non credo di essermi inventata nulla, ma vi lascio qui le porzioni utilizzate per questo pane. E se vi va di provare..... fatemi poi sapere. Per chi mi conosce e vive nei dintorni... io spaccio lievito madre, quindi se volete averne un po' contattatemi!:-) 

Ingredienti

400 gr di farina 0 (io uso Coop)
150 gr di farina di semola (Az. Agr. Poggi
150 gr di lievito madre
350 gr di acqua tiepida
15 gr di olio evo
1 pizzico i zucchero
10 gr di sale

Per l'impasto procedo col Bimby. 
Mettere nel boccale lievito madre, acqua, olio, zucchero, le farine e infine il sale. Impastare a Spiga per 5'. 

Fare una palletta e lasciarla lievitare in un contenitore - io di ceramica - dentro al forno. 
Ho lasciato lievitare 15h, poi l'ho ripreso e ho proceduto a fare le pieghe, che avevo spiegato già qui
Lascio nuovamente a riposare 2-3h, poi faccio i filoncini evitando di schiacciare l'impasto e quindi di sgonfiarlo. Fate i tagli preferibilmente con un bisturi o un coltello a lama affilata e lasciate a lievitare ancora qualche ora, coperto con uno strofinaccio. 
Accendete il forno a 250° ventilato. Mettete dentro anche la teglia in cui cuocerete il pane. Quando il forno raggiunge la temperatura tirate fuori la teglia, poggiate sopra il pane - se preferite mettete la carta da forno - e infornate avendo l'accortezza di mettere dentro anche un pentolino con l'acqua. Fate cuocere 10'. 
Quindi togliete il pentolino e abbassate la temperatura a 220° statico. Cuocete altri 10' e abbassate ancora a 190°. Cuocete ancora per 15'. Il pane a questo punto sarà dorato, ma siccome può dipendere dal forno, prevedete qualche minuto in più o in meno. Spegnete, mettete il pane in verticale e lasciate raffreddare dentro al forno lasciando aperto lo sportello di poco. 

Vedrete che soddisfazione!:-)))) 

Il pane era nella società contadina la base dell'alimentazione. Pane e companatico. In tempi di carestia il companatico non esisteva o se ne sentiva solo l'odore. Ho sentito tante volte persone nate prima della guerra dire che mangiavano pane e profumo di salame o mortadella. Con l'arrivo degli americani, anche la cioccolata!:-)  Il pane quotidiano è legato alla possibilità di poterlo avere - già fatto o di comprare la farina per farlo. Ed è quindi inequivocabilmente legato al fatto di avere un lavoro. Così colgo l'occasione per ricordare il 4° Art. della nostra Costituzione

"La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. 

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità, e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società." 

Trovo questo articolo bellissimo, dove tutti, chi produce reddito e chi produce progresso spirituale - come la cultura - concorrono parimenti. Non so' se ancora oggi ci si attiene a questo articolo... lo scrivo, in modo che noi, singoli cittadini, ce ne ricordiamo e lo difendiamo. 

Alla prossima!
Maria Luisa:-)




venerdì 25 maggio 2012

Girelle con crema e uvetta - come quelle del bar!

Ed eccoci pronti per un fine settimana che si prepara bello carico di pioggia! 
Bisogna aspettare ancora per andare al mare... sarà meglio, peggio, non so'. 
Per chi, come me, non è ancora pronta per la prova costume - ma non so' se lo sarò anche tra un mese!:-) - poco male, passerò il tempo a preparare qualcosa di buono. 
Se anche a voi potrebbe passare per la mente di preparare qualche delizia per la colazione di sabato o domenica mattina, quella che vi propongo è una ricettina che si adegua ancora alle temperature, nel senso che non suderete al solo al pensiero di accendere il forno!:-)

Avevo stampato questa ricetta alcuni anni fa - sono veloce, vero, a decidermi? - dal blog di Anice e Cannella. Mi ha subito ispirata molto, ma l'occasione è arrivata quando Riccardo ha espresso il desiderio di volere qualcosa con l'uvetta, che ama tanto. Al link sopra trovate quella originale; io ho apportato delle modifiche e l'ho bimbyzzata". 
Il risultato è stato ottimo - altrimenti non sarei qui a parlarne!:-) 
E quindi, bando alla ciance, siccome la ricetta è lunga, vi presento subito il risultato e la lista degli ingredienti. 



per l'impasto:

220 gr di manitoba
250 gr di farina 00
75 gr di zucchero
5 gr di sale
75 gr di strutto (o burro)
110 lievito madre 
170 ml di latte
170 di acqua 
scorza di arancia (o limone)
1 tuorlo d'uovo
1 cucchiaino di miele

per la farcitura

crema, vedi qui (ne basta meno della metà)

1 albume
3 cucchiai d'acqua
2 cucchiai di zucchero
uvetta, 2-3 pugnetti, (quantità a piacere)
(l'uvetta può essere sostituita da gocce di cioccolata)

Importante: ho usato manitoba "Lo Conte" e farina Bio 00 "Coop". Siccome non tutte le farine hanno la stessa capacità di assorbimento dei liquidi, se usate farine di altro tipo tenetene conto. Magari avranno bisogno di qualche cucchiaio in più di farina. 

Se volete prepararle per la domenica mattina, pronte da mettere in forno, procedete così.
Sabato mattina iniziate l'impasto. 
Mettere nel Bimby la scorza dell'arancia (o del limone), lo zucchero e 25 gr di farina 00 del totale previsto e polverizzare: 20" vel. 9. Tenere da parte. 
Senza lavare il boccale, preparate il lievitino: mettere nel boccale l'acqua, il lievito madre, il miele e 100 gr di farina 00 del totale: 1' vel. spiga, senza tappo. 
Lasciare l'impasto dentro al boccale per circa 1h, o fino al raddoppio. 
Quindi aggiungere tutto il resto degli ingredienti (compreso lo zucchero con la scorza di agrume preparato in precedenza), farine e sale per ultimi: 4', vel. spiga, senza tappo.
Mettere l'impasto a lievitare per circa 1h dentro il forno spento o comunque lontano da correnti d'aria, avendo cura di coprirlo con un panno. Quindi coprirlo con la pellicola e metterlo nel piano basso del frigo fino a sera. 
Preparate la crema e quando sarà fredda tenetela in frigo.

Trascorse circa 10h, riprendete l'impasto e tenetelo fuori dal frigo per circa 30'. Fare le pieghe del primo tipo come indicato qui. Coprire con un panno umido e lasciar riposare per qualche ora. 
Mettete l'uvetta in ammollo in acqua tiepida.

Stendere quindi l'impasto con il mattarello fino ad ottenere uno spessore di mezzo cm. Spalmate un velo abbondante di crema e distribuite sopra l'uvetta o la cioccolata. 
Io ne ho fatte un po' e un po' e alcune solo con la crema.  
Piegare la sfoglia come fosse un rotolo - o come per fare le tagliatelle - e tagliare le girelle con un coltello affilato e fino (tipo quello da prosciutto) con uno spessore di circa 2 cm. Il coltello deve essere affilato perchè l'impasto diventa "scivoloso" avendo anche la crema dentro, altrimenti si fa più fatica.

Allineare le girelle su teglie coperte da carta da forno, pennellarli con l'albume sbattuto e lasciarli lievitare una mezzoretta. Tenerli coperti nel ripiano basso del frigo per tutta la notte e la mattina infornarli a 180° finchè non sono perfettamente dorate. 
Volendo si possono infornare anche la sera stessa, lasciando lievitare 1h invece che 30'. 
La mattina saranno comunque buone, e pronte da essere consumate. 


Per far diventare lucide le girelle sopra, appena sfornate, spennellate con sciroppo preparato con acqua e zucchero, che deve bollire giusto per qualche minuto. 

Il risultato è veramente eccezionale. 


Di girelle ne vengono tante, circa 30. 
Ho provato a congelarle già spennellate di albume e dopo averle lasciate rilievitare per qualche ora. Potete metterle in freezer in un vassoio, e quando sono congelate, metterle in un sacchetto. 
Quando volete utilizzarle, tiratele fuori la sera prima, ponetele in un contenitore  o in un piatto senza sovrapporle e la mattina infornate. 
Anche questa soluzione è ottima! 

Con questa ricetta partecipo al contest "Facciamo colazione insieme" ideato da Erika di "La Erika in cucina"


Buon week end, ovunque voi siate!:-) 









martedì 6 marzo 2012

Pane e olio a merenda

Come vi avevo anticipato sul post del pane di semola, la settimana scorsa c'è stato un momento che ero invasa dal lievito madre e mi sono messa ad impastare di tutto. 
E oltre al pane di semola ho voluto testare il pane bianco. 
 
Quando ho sfornato queste ciabattine croccanti e profumate, mi è tornata in mente la merenda che amavo di più da piccola: pane bianco appena sfornato con sale olio e origano.... che meraviglia! 
 
Una mia zia faceva il pane bianco buonissimo. Aveva una sorta di garage attrezzato con il forno a legna e quand'era il giorno del pane, passare lì davanti era una goduria. Ci regalava delle pagnotte calde calde. Correvamo a casa in fretta in fretta, per evitare che si freddassero troppo, tagliate a metà, aggiunto un po' di sale, olio buono e origano profumatissimo. 
Che merenda meravigliosa: tra i miei ricordi occupa sicuramente il primo posto e quando posso la preparo anche ai miei piccoli. Anche loro apprezzano! Una merenda sana e buona. 
Mi riporta a tempi in cui le merende non esistevano quasi, neanche al supermercato. 
Era la merenda che legava le generazioni, che mi legava anche a mio nonno, classe 1905, morto nel 2007. 
E a quelle generazioni che hanno fatto del pane il loro alimento base e il companatico spesso era 'u ciauru', il profumo - fosse un pezzetto di mortadella, salsiccia o semplicemente di cioccolata, al tempo piuttosto rara.... 
 
Ed è proprio quello che voglio proporre a Mattia per la sua merenda, 
anche se il pane è un po' lungo da fare. 
Quanto alla bevanda per accompagnare questa semplice e gustosa merenda, suggerisco una spremuta di arance vaniglia, che non sono diffusissime, ma io le mangiavo quando vivevo in Sicilia. 
Chi aveva un pezzetto di terreno, tra le arance aveva di certo un albero di arance vaniglia. 
A me sono sempre piaciute per il sapore delicato che hanno. 
Quando le trovo ne faccio scorpacciate. 
 
Ingredienti per 8-10 panetti di Pane bianco
 
200 gr di acqua
100 gr di latte
10 gr di zucchero
20 gr di olio
120 gr di lievito madre
350 gr di farina 0
100 gr di manitoba
10 gr di sale
 
Per il procedimento fate riferimento alla ricetta del pane di semola che trovate qui
Dopo le pieghe e la seconda lievitazione, dividete l'impasto in panetti da 100 gr ciascuno e lasciate riposare il tempo che scaldate il forno. Prima di infornare spennellare con acqua e olio - 2 parti di acqua e  1 di olio - e infornate per 30' circa.
 
Appena tiepidi tagliate a metà e farcite come sopra. L'origano deve essere quello "vero": purtroppo quello acquistato al supermercato non profuma di nulla. In Sicilia si raccoglie quello selvativo a primavera inoltrata e messo a essiccare legato a mazzetti. Profuma anche per anni... 

Aggiungete una bella spremuta di arance vaniglia, che addolciscono la giornata e il gioco è fatto!:-)

Con questa gustosa merenda partecipo al contest di Eleonora  di Burro e Miele dedicato al piccolo Matti, dal nome "Fare Merenda mi piace...da Matti", nella categoria merenda salata.


nonché al contest di Roberta, di In cucina con Roberta per il suo contest "A spasso nella Storia"


e al contest ideato da Luna de' "I pasticci di Luna" dal nome "Le ricette della Carestia", nella categoria ricette rivisitate (il pane bianco non era così diffuso durante la carestia)

venerdì 2 marzo 2012

Pane di semola del "mio forno"

Ieri, non so nemmeno io come, mi sono trovata invasa da lievito madre. Allora ho cominciato ad impastare, ma me ne avanzava sempre troppo... impasta questo, impasta quest'altro, ecco cosa ho preparato.... 


Pane di semola, pane bianco, grissini, pan brioche.... 
Mi viene da chiedere a me stessa: 
"ma tu, con tutti gli esperimenti falliti, avresti mai pensato di poter fare così tante cose con il lievito madre - che è praticamente un tamagogi, se non ti ricordi di rinfrescarlo, addio! -?" 
Me lo chiedo, e la risposta è "NO"! 
No perchè non sono figlia di fornai! Quanto ad esperienze di panificazione fatte in famiglia: la nonna materna non l'ho mai conosciuta e la nonna paterna viveva troppo lontana. E poi perchè quando ero piccola io, la consuetudine di fare il pane fatto in casa andava svanendo. Il pane dei fornai era ancora troppo buono e quindi si preferiva acquistarlo già pronto. 
Mi sono sempre chiesta se era buono perché ancora si utilizzavano le ricette di famiglia. 
Poi man mano sempre peggio: adesso vai in cerca del forno migliore e non è sempre così facile trovarne. 
 
Tuttavia, è chiaro, il mestiere del fornaio non si può imparare da autodidatta da un giorno all'altro! Ma lo sfizio di fare del pane in casa, di vederlo lievitare, dargli una forma, sentirne il profumo appena sfornato - che ha già invaso tutte le stanze - mangiarlo caldo... è un'altra cosa! E poi ci prendi la mano e cominci a sperimentare, misceli le farine, prendi appunti, provi e riprovi! E poi ecco che comincia ad assomigliare a qualcosa che ti piace! 
 
L'utilizzo poi del lievito madre è un grande salto di qualità: il pane profuma della farina che hai messo dentro e mai di lievito di birra! Certo non ha il profumo del pane cotto nel forno a legna che prende anche il profumo del tipo di legna che metti dentro che brucia dentro, però vabbè, mi accontento e mi diletto a portare in tavola il pane appena sfornato, con una percentuale di semola che fa il pane bello da vedere e morbido da mangiare. Simile a quello che mangiavo da bambina!:-)
 
E qui la mia ricetta! 

Ingredienti 
(per 2 filoncini da 450gr)
200 gr di farina di Kamut
350 gr di Farina di Semola
350 gr di acqua
20 gr di olio
1 cucchiaino di zucchero
120 gr di lievito madre.
10 gr di sale

Premetto per chi non ha mai utilizzato il lievito madre. Prima di fare il pane dovete rinfrescare il lievito. Visti i miei fallimenti negli impasti manuali, io delego il Bimby a fare per me! Ma chi non ce l'ha può sempre provare manualmente.
Procedo in questo modo: peso il lievito madre. Metto la stessa quantità, ma di acqua, nel boccale e porto a 37°, 1 ' vel. 1.
Aggiungo quindi il lievito madre e il doppio del suo peso di farina: 2', vel. Spiga.
Lasciate che ricresca, tenendolo in dispensa o in forno (spento), coperto da un tovagliolo di stoffa.
A questo punto preparate l'impasto del pane: mettere nel boccale il lievito madre, l'acqua, l'olio e lo zucchero: 30'' vel. 3. Aggiungere le farine e il sale, impastare: 5' vel. spiga.
L'impasto deve essere piuttosto morbido, ma non appiccicoso. Può essere che dipenda dalla marca di farina utilizzata, quindi potete regolarvi un po' a occhio. Mettere l'impasto in un contenitore, coprire e tenere al riparo da correnti o spifferi (in una dispensa o dentro al forno di casa).
Lasciar lievitare tutta la notte o almeno 8-9 ore. A quel punto prendete l'impasto, mettetelo sulla spianatoia infarinata, stendetelo con le mani in modo da ottenere un rettangolo e procedete a fare le pieghe di tipo A:

Pieghe di tipo A
 
Quindi provvedete a fare quelle di tipo B:

Pieghe di tipo B
 
Rimettete nel contenitore e lasciate rilievitare una mezzoretta, quindi dategli una forma a palletta. Lasciare lievitare altre 2-3 ore. 
A questo punto prendete di nuovo l'impasto, mettetelo sulla spianatoia infarinata e senza lavorarlo troppo dividete delicatamente l'impasto in due parti e dategli la forma di un filoncino. Fate dei tagli sopra. Coprite con un canovaccio fino al momento di infornare.
Accendete il forno a 250 gr ventilato e mettete dentro la teglia del forno in modo che si scaldi. 
Quando ha raggiunto la temperatura tirate fuori la teglia, appoggiate sopra i filoncini di pane e infornate mettendo anche un pentolino d'acqua. 
Cuocere così per 10', poi togliere il pentolino e abbassare la temperatura a 220°. 
Dopo altri 10' abbassare la temperatura a 190°. 
Controllare la cottura e lasciar raffreddare in forno spento con lo sportello semiaperto e mettendo i filoncini in verticale. 


La spiegazione è lunga perchè ho preferito dettagliare, ma una volta fatta imparerete a memoria tutti i passaggi e sarà facilissimo!:-)
Questo pane è ottimo sia da mangiare con salumi o quando sarà raffermo fare dei crostini per accompagnare legumi, ma a me piace anche mangiarlo caldo con burro e marmellata o - lo sò, peggio! - con la nutella!:-)  


PS: scusate l'invio fasullo di ieri sera! un ditino è andato sul "pubblica post" un attimo che mi ero allontanata dal computer.... 

domenica 12 febbraio 2012

Grissini con farina di Kamut e lievito madre

Lunedì scorso sono passata a fare un po' di spesa alla Coop: avevo bisogno di poche cose, ma appena entro.... sorpresa, anzi, sorpresissima! 
Il supermercato era stato letteralmente saccheggiato... niente frutta, niente verdura, scaffali vuoti! 
Oh mamma mia, una semplice nevicata ha mandato nel panico la gente e i rifornimenti non arrivano! Mah... 
Rimango perplessa davanti allo scaffale vuoto delle farine. Guardo dall'alto in basso cosa c'è rimasto: farina per pastelle, auto-lievitante, qualche pacco di farina di mais e poi l'occhio mi cade, toh, proprio su questa nuova produzione Coop, Farina Vivi Verde Coop di Kamut. 
OK, proviamola! Non è proprio economica, ma piuttosto che rimanere senza...
Passo a prendere il lievito di birra.... nulla di nulla, neanche un cubetto! 

Bene, è il momento di passare al piano B. 
Chiedo alla mia amica Simona, che ha un lievito madre che porta avanti da qualche anno, se per l'ennesima volta mi può regalare un po' del suo lievito madre. Si, perchè anche altre volte me ne aveva regalato, ma per mia pigrizia alla fine non mi ci sono mai cimentata ad utilizzarlo, mi impicco tutte le volte che devo rinfrescarlo... ma stavolta farò di necessità virtù! 
Bene, ottenuto il prezioso dono, finalmente mi sono decisa ad utilizzarlo.
L'ho rinfrescato ieri mattina, atteso che ricrescesse e poi impasto la pizza e perchè no... proviamo anche i grissini! E stavolta li preparo con la farina di Kamut.


Non potete immaginare l'elasticità di questo impasto! Fantastico! 
Quindi condivido subito questa ricetta con voi.... 

Ingredienti

370 gr di Farina di Kamut
70 gr di olio evo
180 gr di acqua
50 gr di burro (o strutto)
120 gr di lievito madre
10 gr di sale

Come al solito per l'impasto utilizzo il Bimby. 
Mettere nel boccale acqua a temperatura ambiente, l'olio, il burro e il lievito madre: 10" vel. 4.
Aggiungere la farina e per ultimo il sale: 3' vel. Spiga. L'impasto deve risultare morbido, ma se fosse troppo appiccicoso - potrebbe dipendere dall'umidità dell'aria - aggiungere farina q.b. 
Mettere l'impasto in un contenitore e lasciare lievitare per almeno 3-4 ore. 
Normalmente metto gli impasti in forno, protetti da qualsiasi spiffero. 
In questo caso, avendolo preparato ieri sera, l'ho riposto in un contenitore con coperchio, lasciato in frigo, sul ripiano basso, tutta la notte e stamattina l'ho tirato fuori e tenuto nel forno spento per qualche ora. 
Quando l'impasto è pronto, preparate tante palline da 30 gr circa ciascuna. Stendetele e mettetele man mano su un teglia ricoperta da carta da forno. 
Come potete notare dalla foto a qualche grissino ho aggiunto dei pezzetti di olive nere greche, ma a piacere potete aggiungere sesamo o olive verdi. 
Infornare a 180°, forno statico, per 25-30' (può dipendere come sempre dal forno).
Quando saranno completamente freddi, conservare in un sacchetto di plastica per alimenti.

Mikado con i grissini!:-)

Il sapore? Sono talmente fragranti e talmente buoni che... penso che li rifarò - da adesso in poi - sempre con la Farina di Kamut! 

Con questa ricetta partecipo con piacere al Contest "Trasforma la tua ricetta per me", ideato da Aria di "Aria in Cucina", nella sezione Farina di Kamut e Lievito madre.

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