cos'è casa mia?

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sabato 25 maggio 2013

Thieddra: falla come vuoi, sempre buona è!


Altro giro, altra sfida per l'MTChallange!:-)
Non mi vorrei ripetere, ma quanto mi diverte partecipare a questa carrellata di rivisitazioni di ricette classiche. E, mi dico, quanto siamo fortunati a vivere in un paese che ci offre così tanti sapori, profumi e una tradizione gastronomica meravigliosa, che ha radici nel passato, e che non è fatta solo da grandi chef delle cucine dei ricchi, ma soprattutto dalle cucine di donne che si ingegnavano a mettere in tavola piatti poveri, ma ricchi di amore, perchè solo un sentimento così grandi poteva creare con pochi ingredienti piatti indimenticabili e che continuano ad essere amati ancora oggi! Se ne riscopre, in tutte le varianti, la bontà. 
Non ho mai assaggiato questo piatto, ma mi ha ispirato da subito. Non amo particolarmente le cozze, quindi l'ho rifatto con altro tipo di pesce. E questa è la mia versione, in nero Thailandese! 


Le dosi sono come da ricetta della Taieddhra riso patate e cozze proposta da Christian, ma la riporto qui di seguito con le varianti che ho apportato:

400 gr di patate
1 cipolla 
1 mazzetto di asparagi
200 gr di riso nero Thai 
5 pomodorini
30 gr di pecorino romano
20 gr di parmigiano reggiano
300 gr di acciughe 
rana pescatrice, la testa
sale per il brodo di pesce

Ho proceduto così: ho grattugiato il formaggio nel Bimby e messo da parte. Ho quindi cotto la testa di rana pescatrice a vapore (io nel Bimby), ponendo il pesce tagliato a pezzi nel vassoio del varoma, e mettendo nel boccale 1lt di acqua con sale q.b. e una scorza di limone: 20', temperatura Varoma, vel. 1. 
Nel frattempo ho tagliato le patate con la mandolina e lasciate in acqua a perdere l'amido; puliti gli asparagi e lavati; affettata la cipolla; lavato il riso; lavati i pomodorini. Le acciughe le avevo fatte diliscare in pescheria!:-) 
Appena pronto il pesce, tenete il brodo da parte e recuperato la parte di polpa del pesce - non tantissima per la verità! 


In una teglia fare una base con le patate, distribuire una parte degli asparagi e la metà della cipolla. Coprire in maniera uniforme con uno strato di riso, quindi coprire con le acciughe e la polpa di rana pescatrice, i pomodorini tagliati in spicchi e metà del formaggio. 
Ricoprire quindi con la cipolla, le patate e gli asparagi. Al centro ho fatto un "nido" di pomodorini e spolverato con il rimanente formaggio. Coprire con il brodo di pesce. Il brodo deve coprire  tutto il contenuto. Cuocere 1 ora e mezza in forno già caldo, a 160°. 
Non avevo assolutamente previsto che si colorassero anche le patate, e anche gli asparagi sono stati "inglobati" nel coloro intenso del riso. Posso garantire però sulla bontà del prodotto finito! 

A parte la comodità di mettere tutto a crudo, la cosa bella di questo piatto è che è veramente eccezionale anche per il fatto che può essere preparato per tempo. Anzi è più buono se lasciato riposare una mezzoretta. 

Qualche accenno al proprietà del riso thai nero. 
Deve il suo nome al colore del suo pericarpo. E' in grado di crescere anche in terreni semiaridi e con pochissima acqua. E' molto ricco di ferro e vitamine e per questo motivo viene selezionato dalle donne thailandesi come alimento fondamentale per gli anziani, i bambini, i malati. Da sempre considerato un riso pregiato, in passato il consumo era riservato ai soli imperatori, in quanto era considerato "elisir di lunga vita". Durante la sbramatura viene eliminato solo lo strato superiore della pellicola che lo ricopre, lasciandone così inalterate le proprietà nutritive: per questo può essere considerato un riso "integrale". Ottimo per accompagnare piatti di pesce e frutti di mare, può essere assaporato anche "liscio" o condito con qualche spezia. 

Con questa versione di Taieddhra partecipo all'MTChallange di Maggio



Alla prossima!
Maria Luisa:-) 





lunedì 15 aprile 2013

Rifatte senza glutine: lo sfincione palermitano


Eccola la mia ultima sfida "senza glutine"! 
Come ho già detto anche in altre occasioni, non sono celiaca, ma colgo sempre l'occasione per nuove sfide e perchè no, per testare ricette che mi permettano di essere preparata per invitare a cena un celiaco. E poi diciamolo: non è che se ogni tanto mangiamo cose senza glutine ci fa male. 

"Esclusivi ed Esclusi" di Julio Padron
E' possibile tradurre in arte quello che oggi "subisce" chi scopre di essere intollerante al glutine? Perchè anche a loro ho pensato quando ho visto questo quadro del mio amico Julio Padron, di cui vi avevo già parlato anche qui
Il titolo del quadro è "Esclusivi ed Esclusi". 
Ho avuto la fortuna di avere la descrizione del pensiero che ha dato vita a questo quadro direttamente da Julio. Un pensiero molto articolato, che cercherò di riassumere qui. 
Ognuno di noi ha un destino, che inizia nel momento della fecondazione. Perchè proprio in quel momento esiste una selezione: lo spermatozoo più veloce che raggiunge l'ovulo da fecondare dà vita ad un essere unico, con un DNA che dice tutto. Ma la vita è fatta anche di situazioni ambientali e di circostanze in cui ci troviamo a vivere e che ci permettono di stare dalla parte degli "Esclusivi o degli Esclusi". 
Questo è proprio quello che potremmo dire di noi stessi o di personaggi storici, perchè col senno di poi realizziamo che alcune cose accadono perchè una persona si è trovata al posto giusto nel momento giusto o al posto sbagliato nel momento sbagliato. Così, per una caratteristica probabilmente già prevista nel DNA, i celiaci che oggi vivono nel nostro paese fanno parte degli "Esclusi". "Esclusi" perchè vivono in un paese dove il glutine è presente nella maggior parte dei prodotti più consumati nella nostra dieta: pasta, pane, pizza, e vari derivati, compresi i dolci. Magari a vivere in Oriente non avrebbero avuto questi problemi... E chi non ha questo problema sono, dal loro punto di vista, "gli esclusivi", quelli che non devono preoccuparsi se anche nello zucchero a velo ci sta la "spiga barrata". E non possono neanche pensare di mangiare fuori ovunque! Nè tanto meno di andare a fare un giro in una rosticceria palermitana e addentare uno sfiziosissimo sfincione. 


Tuttavia, in barba a tutte le congiunture astrali che portano un celiaco a vivere in un paese glutinoso e famoso per le meraviglie che riesce a portare in tavola, i celiaci non si arrendono e provano e riprovano a riproporre stesse pietanze, della medesima bontà, senza glutine. Perchè questo sfincione preparato con la ricetta di Stefania, è stata non solo una sfida per me, ma una scoperta eccezionale. Sparito nel giro di un "click". 
Non ho fotografato il passo passo perchè io stessa cominciavo a pensare che non sarei riuscita a farci nulla. Mi ero anche un po' demoralizzata. Ma quando l'ho sfornato.... che soddisfazione! Mai arrendersi.... 

Ingredienti per la base:

350 gr di maizena
400 gr di farina di riso finissima (io Lo Conte)
40 gr di lievito di birra fresco (io ho usato 100 gr di lievito madre + 5 gr di lievito di birra)
60 gr di burro (o strutto)
15 di sale 
450 gr di latte

olio per ungere la teglia

per il condimento:
600 gr circa di pomodoro pelato (io polpa fatta in casa)
300 gr di cipolla
olio evo
caciocavallo o pecorino
origano
4 filetti di acciuga
pane grattugiato tostato (io semi di sesamo) 

Ho seguito un procedimento diverso rispetto a Stefania. 
Ho impastato nel Bimby. Ho messo a scaldare il latte per qualche minuto, portandolo a temperatura di 37°. 
Ho aggiunto il lievito madre e fatto sciogliere: qualche secondo a vel. 3. Ho miscelato le due farine e le ho aggiunte al latte: 4', vel. spiga. Dopo due minuti ho aggiunto dal foro del coperchio il burro morbido a pezzetti, e infine il sale. L'impasto è venuto morbido, ma compatto e visto che non utilizzo queste farine tutti i giorni mi sono lasciata convincere che andava bene. Dico così perchè avevo pensato di impastare venerdì sera per farlo sabato sera. Ma la mattina dopo era più o meno come l'avevo lasciato. E intorno a mezzogiorno, quando erano passate più di 12 ore, ho deciso di mettere ancora nel Bimby poco latte a scaldare - circa 40gr - in cui ho fatto sciogliere 10 gr di lievito di birra, aggiunto l'impasto e l'ho fatto lavorare per 2' sempre a vel. spiga. A quel punto l'impasto era piuttosto morbido, tipo frolla montata. Lì per lì mi convinco di non aggiungere altra farina e riprovare con questa consistenza. Dopo qualche ora cominciava a crescere. Non è esattamente raddoppiato, ma siccome dovevo uscire e volevo lasciare già pronto, ho deciso di cuocerlo. Quindi ho proceduto come da indicazioni di Stefania. Ho utilizzato due teglie da forno, prendo l'impasto che si rompe nelle mani... andiamo bene! Mi sa che stavolta non partecipo alle "Rifatte senza glutine"! Vabbè, procedo! Come dicevo: metto dell'olio nella teglia, lo spalmo con le mani partendo dal centro, così allo stesso tempo mi ungo le mani io stessa, metto l'impasto che come per magia si compatta e scivola sull'olio e si "accomoda" nella teglia come fosse stata sempre casa sua!:-) Uhmmm.... Vabbè, procediamo, non sono tanto convinta. Avvolgo la teglia nella pellicola e nel frattempo preparo il sugo. 
Metto in una padella l'olio e la cipolla affettata. Faccio appassire e aggiungo il pomodoro. Aggiungo anche poca acqua e il sale e lascio cuocere 20'. Il sugo secondo me è meglio un po' più acquoso così durante la cottura in forno non si secca troppo. Quindi condisco l'impasto che nel frattempo era diventato soffice soffice, aggiungo l'origano e il caciocavallo palermitano, e siccome non avevo pangrattato senza glutine ho optato per i semi di sesamo. Ho infornato nel forno caldo a 200° per 20' (qualche minuto meno o più può dipendere dal forno!). A rifarlo - anzi lo rifarò di certo - aggiungerei il caciocavallo a metà cottura in modo da non farlo cuocere troppo. 
E alla fine il risultato, su cui sono rimasta perplessa passo dopo passo, è stato fantastico! Grazie ancora a Stefania per aver suggerito questa meraviglia per le "rifatte senza glutine"! Ho avuto modo di sperimentare una nuova fantastica ricetta e scoprire che anche senza glutine... SI PUO'!

Manco a dirlo, con questa ricetta partecipo all'iniziativa "Rifatte senza glutine




Alla prossima!
Maria Luisa:-) 


domenica 24 marzo 2013

Uovo di cioccolata... ma sotto c'è una soffice torta...


Sarete sicuramente d'accordo con me nel considerare l'uovo di Pasqua un gran bel business! 
I bambini non vogliono rinunciarci; io sfoglio le offerte, le nonne delegano per evitare di sbagliare soggetto... IL SOGGETTO DELLA SORPRESA... ma che sorpresa è se già ti hanno fatto vedere che cosa puoi trovarci dentro?  
La sorpresa è per chi, ad un certo punto decide di guardare anche il prezzo al kg dell'uovo di cioccolata che sta acquistando: dai 30 ai 50 €. Sarà, ma per 50€ al kg preferisco andare in una cioccolateria artigianale e far mettere dentro la sorpresa che mi pare - che così è realmente una sorpresa!:-) - e non ritrovarmi a tutte le Pasque con kg di cioccolata più o meno decente, che non voglio buttare e quindi mangiamo finché non finisce!:-( 


Voglio però ora abbandonare questa visione meramente razionale intorno all'uovo di cioccolata e osservarne la parte più romantica!
Mi è capitato infatti, mentre scattavo la foto appena sopra, di associare l'uovo alla primavera della vita: la pancia di una futura mamma! Ma com'è che non ci avevo mai fatto caso che le forme erano così simili? Così come lo sono spesso i semi delle piante.  
Custoditi nella pancia di un mammifero, nella membrana di un uovo, o al calduccio sotto terra, ogni seme prende forma per poi essere accudito, nutrito, amato. Ogni essere vegetale, animale, umano condividono il destino della vita. 
Le femmine sono essenziali per la riproduzione della vita. Non per questo i maschi non sono altrettanto importanti nell'accudire la prole. 
La primavera è quindi donna - o femmina, volendo utilizzare un termine più tecnico - come nel famoso quadro di Botticelli? 
Penso di sì, non solo perchè in grado di custodire e generare una vita, ma come nella leggenda di Adamo ed Eva, può diventare la "primavera" nella vita di un qualsiasi uomo, perchè anche l'amore in sé è espressione di vita!:-) 
Condivido allora con voi il quadro e la poesia di un amico, artista poliedrico, di origine cubana, la cui fonte di ispirazione è la vita che gli gira intorno. Farmacista - e ricercatore farmaceutico fino a qualche anno fa - è stato recentemente insignito di vari riconoscimenti per i suoi quadri, nonché con grande soddisfazione, qualche anno fa, ha visto pubblicato il suo libro di poesie "Labile soffio di parole". 
Naturalmente, anche per lui vale la regola che "dietro ad ogni grande uomo c'è sempre una grande donna!":-) 

NOMADI DUNE DI DONNE NUDE
(Olio su Tela 50x70cm)
Julio Padron

Nomadi dune di donne nude
avvolgono il tempio del silenzio
dove l'uomo non sente altro che il rombo sordo del  desiderio

Nomadi dune di donne nude
custodiscono in segreto il valor del volar  del tempo
quando l'uomo non fa altro che lottare inutilmente per essere eterno

Nomadi dune di donne nude
come la sabbia che porta via il vento
sono la lattea via dove germina dalla materia l'intelletto
... mentre l'uomo resta dall'utero,
come un satellite in orbita
nell'ombra del mistero.

Nomadi dune di donne nude
come miraggio dell'oasi nel deserto
mi sono apparse sognando sveglio
la profumata essenza profonda dell'universo.

E dopo questo alternarsi di osservazioni razionali, romantiche, artistiche e poetiche, non resta che passare alla parte pratica:-) 
Ho trovato per caso un contenitore ovale di quelli monouso - che non butto finché non si rompono. Si, proprio quelle che pensi che ti serviranno e rimangono per mesi, anni, in fondo, dentro ad uno sportello della dispensa e che poi... toh, guarda che bella forma! 

E allora ho voluto fare il mio dolce per la colazione di Pasqua - lo ammetto, noi abbiamo fatto un prova per la colazione delle Palme e replicheremo - che sembra un classico uovo di cioccolata di una famosissima marca svizzera... invece non è frutta secca, e non è vuoto! 
La base è la ricetta di una torta da colazione o da tè, sofficissima, senza burro, semplice da preparare. La ricetta è della mamma di un ex collega, che ogni tanto preparava per deliziare i colleghi del figlio a colazione o per la pausa del pomeriggio: non si riusciva a resistere! Grazie Marco, ti penso tutte le volte che la preparo!:-) Così ho chiesto la ricetta, che custodisco nel mio storico ricettario in cui vengono trascritte solo ricette buone, e che passano di mano in mano. 


Ingredienti

3 uova
180 zucchero
90 gr di olio di semi (io semi di girasole, Bio, Coop)
90 gr di latte (o se preferite panna fresca)
150 gr di farina 00 
90 gr di fecola di patate
un pizzico di vaniglia in polvere - o gocce se liquida
1 bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale

per la decorazione:

150 gr di cioccolato fondente (io Coop) 
70 gr di cioccolato al latte (io Coop)
3-4 cucchiai di farro soffiato (io Farro soffiato dell'Az. Agr. Poggi

Attrezzatura:
teglia ovale - la mia è Cuki
carta forno

Procedo col Bimby. Naturalmente se non l'avete potete procedere con uno sbattitore. Mettere nel boccale le uova insieme allo zucchero e il sale: 4' vel. 3-4. Le uova alla fine saranno molto chiare e sono pronte solo quando, smettendo di montarle, si formeranno delle bollicine che si gonfiano fino a rompersi. 
Aggiungere l'olio e il latte (o panna). 
Pesare la farina e la fecola e mescolarle insieme al lievito e alla vaniglia. Azionare il Bimby ancora per 5' e con le lame in movimento aggiungere il mix di farine dal foro a cucchiaiate. 
Rivestire con carta forno bagnata e strizzata la teglia d'alluminio, versare l'impasto e cuocere a 180° per 40', sul ripiano medio basso. A fine cottura - sempre prova stecchino - sfornare e lasciare intiepidire prima di togliere dalla teglia. Quindi lasciar finire di raffreddare, preferibilmente su una griglia. 
Per la copertura. Nel boccale del Bimby pulito e asciutto inserire la cioccolata e tritare: 10'' vel. 9-10. Sciogliere la cioccolata: 3', 50°, vel. 3. Recuperare la cioccolata rimasta ai bordi del boccale e continuare altri 3', 50°, vel. 3. Versare sulla torta e spalamare con una spatola d'acciaio, avendo cura di lasciare un po' di cioccolata nel boccale a cui aggiungerete il farro soffiato. Amalgamare: 1', 50°, vel. 1 antiorario. Versare sulla torta e spalmare più omogeneamente possibile. Lasciare quindi risolidificare la cioccolata all'aria. Quindi conservare come un ciambellone qualsiasi. 
La torta può essere naturalmente preparata anche senza copertura al cioccolato. 
Buona colazione di Pasqua!:-) 

Con questo dolce partecipo al contest Keep Calm And Drink Tea } di Valy Cake and


 nonché al contest "Il tempo in cucina. Una dolce Pasqua" ideato da Dana di "Il tempo in cucina"




nonché alla Raccolta di Marzo "Voglia di torte" ideata da Sonia di "Oggi pane e salame, domani...




 Alla prossima!
Maria Luisa:-) 



mercoledì 13 marzo 2013

Ferratelle abruzzesi

La tovaglietta è stata ricamata da me; piatto Terre Solari.
No, non sono waffel: li ricordano solo nella forma! 
E non me ne vogliano gli amici abruzzesi: lo so' che le ferratelle sono preparate col ferro, ma questa ricetta, che mi passò un amico tanti anni fa, era quella della nonna abruzzese che gliene preparava tante, tutte le volte che tornava a casa - eravamo all'Università. 
Non avendo io stessa potuto godere della presenza di nonne nella mia vita, tutte le nonne potrebbero essere le mie:-) E le ricette delle nonne sono quelle che apprezzo di più!:-) Riescono sempre benissimo! 
Mi sono innamorata di questi biscotti al primo assaggio: così cicciottosi e delicati, ne mangeresti uno dopo l'altro. La nonna le preparava con la piastra  elettrica per waffel che le era stata regalata da un parente che viveva in Belgio. Così la cercai disperatamente anch'io per tanto tempo e alla fine la trovai a Roma, quando giravamo per tutti i negozi di elettrodomestici per comprare quello che serviva nella casa che avevamo appena acquistato. Quando entravamo nei negozi di elettrodomestici prima ancora di andare a vedere il frigo, la lavatrice, il ferro da stiro, andavo a vedere i piccoli elettrodomestici... e finalmente, in uno dove non ci sarei mai andata, un negozio dove ci siamo trovati per caso... eccola, che mi aspettava! L'ho pagata pochissimo - se non ricordo male 22.000 Lire - e ha sempre fatto il suo onorato lavoro! 



Ci vuole tempo per prepararle, ne posso fare due per volta! 
E' più semplice fare un plum cake, un ciambellone. Però è l'ideale per l'estate, quando fa troppo caldo per avere voglia di accendere il forno. Ma quando ho tempo le preparo sempre volentieri, perchè sono troooooppo buone! 
E ho un motivo in più adesso: Alessandro - che ormai lo sanno tutti, lui che "che noia stare a tavola a mangiare!" come spesso capita a chi come lui non ama molto mangiare, non è goloso etc etc... chi lo prende per la gola? L'omologazione del gusto! Biscotti tutti uguali... Così ai miei biscotti, ai miei plum cake, ha sempre preferito biscotti comprati - di cui fornitore ufficiale ne è il papà! 
E allora io lavoro "di fino", come si suol dire! Preparo, preparo... butto l'amo! Così una volta spontaneamente ha chiesto una fetta di plum cake e l'ha trovato buono... una fetta dopo l'altra! Poi i biscotti allo zenzero, e gli sono piaciuti; poi i biscotti di frolla e un altro piccolo passo è stato fatto! Quello che ha amato di più sono i biscotti di frolla montata. E allora cavalco l'onda e prima che finiscano preparo altre cose, come le ferratelle, che lui ama particolarmente - anche se ancora non collega il nome a questi biscotti! Così l'altra sera, quando erano già andati tutti a nanna, ho deciso di preparare le ferratelle per la colazione e ieri mattina... tataaaaaaaaaaaa, la sua colazione preferita! Nonché, tutte le volte che le preparo diventano anche la sua merenda preferita da portare a scuola. 
Sono fiduciosa: un giorno dirà che i biscotti di mamma sono meglio di quelli comprati!:-)   



Però diciamolo, le ferratelle piacciono a tutti! 

E finalmente la ricetta. 
Ingredienti per circa 30 ferratelle piuttosto grandi. 

400 gr farina 00
250 gr di zucchero
250 gr di burro
5 uova
1/2 bustina di lievito per dolci
poco liquore (tipo Anice, Maraschino - io liquore ai semi di mela fatto da me)
scorza di mezzo limone 
latte q.b., solo se necessario

cioccolato fondente 

Mettere il burro a sciogliere a bagnomaria - o al micronde - poi lasciar raffreddare. 
Quindi procedo col Bimby. Mettere nel boccale la scorza del limone insieme a 150 gr di zucchero e polverizzare: 20'' vel. 9-10. Aggiungere il resto dello zucchero e le uova: montare 5' vel. 3-4. 
A questo punto aggiungete dal foro con le lame in movimento a vel. 3-4 la farina precedentemente pesata alternata con il burro. Quindi aggiungere il liquore e il lievito. Procedere fino a che non si ottiene un impasto ben amalgamato, con la consistenza tipo ciambellone (per intenderci, non è un impasto quasi liquido come quello dei waffel). Se dovesse risultare troppo consistente aggiungete latte q.b. 
Scaldare la piastra per i waffel e versare un cucchiaio di impasto. Chiudere e lasciar cuocere per qualche minuto fino a doratura.

Potete renderle più golose con del cioccolato fuso, ma sono ottime anche con della marmellata - meglio non troppo dolce! Buonissime anche senza nulla! O se preferite la versione di Alessandro, con un po' di crema gianduia e inzuppata nel suo bicchiere di latte!:-) 
Se non l'avete, correte a cercare la piastra..... 

Con questa preparazione partecipo al contest "che merenda mi dai?" ideato da Cristina di "Coccole e dolcezze



e al Giveaway "Qualcosa di dolce... che Vale" ideato da Vale di "La ricetta che Vale




Alla prossima! 
Maria Luisa:-)

lunedì 25 febbraio 2013

Red Velvet mignon


Vi avevo lasciato con un incognita nel post precedente: che fine aveva fatto una parte dell'impasto che avevo cotto separatamente? 
Ed eccolo qui! 

La ricetta è sempre quella di Stefania, ma ho cotto meno della metà dell'impasto in una teglia - la mia era 24x32 - coperta con carta forno, a 180° per 15'. Quindi mettete questa base su uno strofinaccio coperto di zucchero, togliete la carta da forno, e arrotolate. Lasciate raffreddare. 

Preparare nel frattempo la crema, gluten free ovviamente e, aggiungo, eggs free. 

ceramiche Terre Solari
Sciogliere in 200 gr di latte 50 gr di zucchero e 60 di fecola. Mettere il tutto in un pentolino, facendo passare per un colino per eliminare eventuali grumi. Aggiungere altri 250 gr latte e la scorza di limone: finire di cuocere fino a che non si addensa. Lasciare raffreddare. 
Nel frattempo montare la panna, 250 gr di panna + 20 gr di zucchero a velo. 
Quando sarà fredda la crema aggiungere la panna. In realtà ve ne servirà molta meno per farcire il rotolo, ma potrete servire la Red Velvet accompagnata con la crema stessa. 
Se preparate la crema con il Bimby, montate la panna e tenete da parte. Senza lavare il boccale, mettere la scorza di limone, la fecola e lo zucchero e polverizzate: 20'' vel. 8-9. Aggiungere il latte e cuocere 5' a 90°, vel. 4. 
Srotolate la base, poggiate su un foglio di pellicola, coprite con la crema e riarrotolare, chiudendo con la pellicola e lasciate riposare in frigo almeno un giorno. 
Togliere la pellicola, coprire con la crema, affettare, disponete su un piatto, guarnite con ciuffi di crema e delle visciole in zucchero e servite. Sono deliziosi:-)

Anche con questo versione di Red Velvet partecipo all'MTChallange di Febbraio:




domenica 24 febbraio 2013

Red Velvet Cake per l'MTC di Febbraio



Potevo mancare l'appuntamento con l'MTChallange di Febbraio con questa fantastica torta di Stefania? Nooooooooo! 
Da quando ho cominciato a partecipare a questa "challange" - vedi qui, qui e qui - mi sono sempre divertita molto. Non solo è una sfida perchè le preparazioni non sono semplici, ma è meraviglioso vedere quanti modi di reinventarsi un piatto ci possono essere. E tutto dipende dalla nostra fantasia. Consiglio a tutti, sia ai food blogger che non conoscono questa sfida, sia a semplici lettori in cerca di idee o ricette da preparare, di dare un'occhiata e scoprire un mondo intorno alla medesima preparazione. 

Certo, stavolta con la vittoria di Stefania, la sfida è stata doppia: preparare una torta si, ma senza glutine. Doppia sfida si, soprattutto perchè ci ha dato la possibilità di scoprire che non è così difficile preparare un dolce da portare a casa di un'amica celiaca, o anche se siamo noi ad invitarla e ti trovi di fronte al dilemma.... oddio adesso cosa preparo?????? 


Ed ecco invece un'idea favolosa! Siore e siori, questa torta, oltre ad essere bella da presentare è adatta anche ai celiaci. Semplicemente meravigliosa!

La terza sfida lanciata da Stefania è stata quella di preparare la torta indossando i tacchi.... mi scuserai Stefania, ma il mio 35 scarso, quasi 34, non mi permette non solo di indossare, ma di trovare scarpe col tacco del mio numero. Inoltre ho il piede fino e questo fa si che anche trovandoli - quando succede per puro caso - devono avere anche laccetti alla caviglia, non avere la pianta larga etc etc... altrimenti il piede mi scivola via... Insomma, hai capito, c'ho rinunciato!:-) 



La base con tutte le indicazioni del caso sono indicate da Stefania, che vi riporto qui per comodità: 


Ingredienti:
160 gr di farina di riso sottilissima tipo amido (Le Farine Magiche Lo Conte, Pedon, Rebecchi)
60 gr di fecola (Cleca, Pedon, La Dolciaria, Sma & Auchan)
30 gr di farina di tapioca (che potete sostituire con Maizena)
1/2 cucchiaino da tè di sale
8 gr cacao amaro (Venchi, Easyglut, Pedon, Olandese
110 gr burro non salato a temperatura ambiente
300 gr di zucchero
3 uova medie (io uso quelle bio codice 0, ma non è rilevante ai fini della celiachia)
1 cucchiaino da caffè di estratto vaniglia bourbon (o i semi di una bacca, ma non usate la vanillina)
240 ml di buttermilk (ma se non lo trovate, fate inacidire per 20 minuti la stessa quantità di latte con un cucchiaio di limone)
1 cucchiaio di colorante rosso (Rebecchi e Loconte)
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaino da tè di bicarbonato di sodio
Pre-riscaldate il forno a 175°C.
In un recipiente mescolate le farine, il sale, il cacao. In un altro recipiente, sbattete il burro per 2-3 minuti, finché sarà soffice e poi aggiungete lo zucchero e sbattete per altri 3 minuti.
Aggiungete le uova, una alla volta, sbattendo 30 secondi dopo ogni aggiunta.
Mescolate il colorante al buttermilk e quindi versate poco per volta al composto di burro, alternando le polveri al buttermilk. Possibilmente iniziate e finite con la farina. Aggiungete anche la vaniglia e mescolate.
In una tazzina (capiente) mescolate il bicarbonato all’aceto bianco, facendo attenzione a versarlo subito nell'impasto (altrimenti ve lo troverete per tutta la cucina) e incorporatelo bene con una spatola.
Imburrate due teglie da 18/20 cm e spolverizzate con farina di riso. Fate cuocere per 40/45 minuti, o finché non vedete che è cotto (con il trucchetto dello stuzzicadenti!)
Lasciate raffreddare la torta dentro la teglia (potete usarne anche una in silicone, ma è meglio usare la  carta forno per evitare contaminazioni) per 10 minuti. Poi toglietela dalla teglia e lasciatela raffreddare, quindi fasciatela nella pellicola trasparente. Fatela riposare in frigo per diverse ore (io l'ho lasciata tutta la notte). In questa maniera sarà più facile da tagliare senza che si sbricioli e sarà più semplice mettere la farcitura. Non spaventatevi se vi sembra troppo dura, perché a temperatura ambiente tornerà morbidissima.
Questa è la ricetta base, a questa si possono aggiungere infiniti sapori. Si può conservare in frigo in un contenitore ermetico e riutilizzare quando se ne ha bisogno.

per la farcia:

250 gr di mascarpone
330 gr panna
40 gr di zucchero a velo fatto in casa
pistacchi non salati interi 
40 gr di cioccolata fondente
per guarnire:
visciole in zucchero 


Ho proceduto come indicazioni di Stefania per la preparazione della base. Ho cotto un po' più della metà in una teglia 20, posizionando la teglia sul piano medio-basso del forno, a 175°. 

Con il resto ho preparato una base sottile di cui vi darò notizia più avanti:-)


Per la preparazione della torta. Preparate lo zucchero a velo. Io lo preparo nel Bimby, 10'' vel. 8-9. Montare la panna con lo zucchero (io sempre nel Bimby posiziono la farfalla e verso a filo la panna facendo andare a vel. 3-4 finché non monta). Lavorare con una forchetta il mascarpone e aggiungerlo delicatamente alla panna, fino a che non saranno ben amalgamati.

Tagliare la torta in tre dischi, rifinite se necessario l'esterno. 
Mettere il composto in una sac a poche. Coprire il primo strato e coprire con pistacchi tritati. Posizionare il secondo disco, coprire con un altro strato di crema e spolverare con cioccolata tritata a mano. Posizionare l'ultimo disco, coprire con la restante crema e decorate a piacere con pistacchi, cioccolata e qualche visciola. 


E con questa Red Velvet Cake partecipo all'MTChallange di Febbraio: 



giovedì 31 gennaio 2013

Tiramisù all'arancia e tanti auguri... a me!


Come vola il tempo... o forse no! 
365 gg dall'ultimo compleanno e.... sembra che le cose non cambiano mai! Invece no, i bambini crescono, noi invecchiamo!:-) e in un anno di cose ne abbiamo fatte. 
Fare resoconti spesso porta a rimuginare su occasioni perse, chance che non hai avuto, sogni che non si sono realizzati... poi metti il punto e ricominci a sognare nuovi sogni, a sperare in nuove occasioni. Ecco, in fondo questa sono io!:-) 

Sempre molto ottimista, anche quando accade qualcosa di negativo. Perchè la vita non si ferma in un attimo, e quando ci si sofferma a fissare troppo un singolo punto, non ci accorgiamo che c'è un mondo che gira intorno. E se quel punto che brillava comincia ad oscurarsi allora è il momento di alzare la testa e guardarsi intorno, vedere che c'è tanto altro. E forse quel punto si è oscurato proprio per darci l'opportunità di scoprire ciò che altrimenti ci saremmo persi. 




E questo dolce l'ho pensato così. 
Volevo fare qualcosa che mi rappresentasse, che mi assomigliasse. 
Per questo ho fatto un tiramisù. 
Perché? Perchè è un dolce che preparo da quando avevo 15 anni, sempre con mia grande soddisfazione, nonchè di chiunque l'abbia assaggiato. 
Di tiramisù ne ho assaggiati tanti: ma questa ricetta, fornitami da una signora di Messina appunto moltissimi anni fa, non la cambio... e se la provate anche voi mi darete ragione, ne sono certa!:-) 

Stavolta però ho messo del mio. 

Mi era venuta voglia di fare il tiramisù all'arancia. Ho vagato qualche giorno su internet, ma non ho trovato nulla che mi convincesse. Però qualcuno l'ha fatto quindi come idea non era male. Quindi procedo!:-)





Ingredienti come qui, ma vi riporto per comodità:


5 uova freschissime

130 gr di zucchero
500 gr di mascarpone
la scorza di 1 arancia
50 gr di acqua
1 confezione di pavesini

cacao amaro 
cioccolata fondente


per la bagna

300 gr di spremuta fresca di arance (io Contadini per passione)
5 cucchiai di Passito Liquoroso di Pantelleria

per le decorazioni


pasta frolla come qui

coloranti per alimenti


Procedo, in parte col Bimby.

Mettere nel boccale del Bimby lo zucchero e la scorza dell'arancia, lavata e asciugata. Polverizzare 10'' vel. 8-9. Trasferire lo zucchero aromatizzato all'arancia in un pentolino, aggiungere l'acqua e portare ad ebollizione. 
Nel frattempo dividere i tuorli dagli albumi. Mettere i tuorli nel boccale del Bimby dove avrete inserito anche la farfalla e gli albumi in un contenitore che possa poi contenere anche il resto degli ingredienti. Montare i tuorli per un paio di minuti a vel. 2-3. 
Nel frattempo lo zucchero avrà cominciato a schiumare. Lasciate cuocere qualche minuto e con le lame in movimento aggiungete ai tuorli versando a filo dal foro del coperchio. Continuate a montare finchè i tuorli non diventano bianchi e schiumosi. 
A questo punto mettete il mascarpone in un contenitore, lavoratelo brevemente con una forchetta, quindi aggiungetelo ai tuorli e amalgamate a vel. 4. 
Montate a parte gli albumi con un pizzico di sale. Quando saranno ben montati - cioè girando sotto sopra il contenitore gli albumi non scivolano giù - come per magia resistono alla forza di gravità!:-) - riprendete i rossi con il mascarpone e versando lateralmente, un po' per volta, amalgamate delicatamente per evitare di smontare gli albumi, aiutandovi con un cucchiaio di legno con movimenti dal basso verso l'alto. 
Quando la crema risulterà liscia e senza grumi è pronta. Ponetela in frigo almeno 15'. 
Preparate adesso la bagna. Fate la spremuta di due o tre arance - dipende da quanto sono grandi e da quanto sono succose. 
Mettete la spremuta in una ciotolina adatta a mettere dentro i pavesini per inzupparli. Aggiungete il passito e mescolate. 
Prendete il contenitore in cui preparete il dolce. 
Mettete i pavesini dentro la spremuta per qualche secondo e formate uno uno strato di biscotti. Coprite con uno strato di crema al mascarpone, spolverate con cacao e ricoprite con cioccolato fondente - io l'ho grattugiato nel Bimby.
Procedete così fino a fare un massimo di 3 strati. 
Ho tenuto il dolce in frigo a riposare - dopo qualche giorno è più buono. Ho preparato i biscotti come qui, ma qualche settimana fa, per caso, mi era venuta voglia di sperimentare la frolla colorata. 
Allora ho voluto riprovare meglio qui e altre cose vi posterò nei prossimi giorni. 
Ho creato il disegno su carta da forno e ritagliata sulla pasta frolla. Colorata una parte della pasta frolla con coloranti alimentari in polvere e creati i disegnini sopra, quindi infornati. 



Così in questo dolce e in questa decorazione ci sono io, almeno per come mi sento di essere arrivata all'età indicata nell'angolino in alto a destra!:-) 
Se fossi un dolce sarei un tiramisù: normalmente ottimista e sempre pronta ad aiutare chi ha bisogno di una mano; bisogna che sia sempre convinta di quello che faccio, per questo come la crema del tiramisù le uova devono essere freschissime, meglio del contadino e devono essere montate bene. Se sbagli un passaggio, se non mi convinco, di risultati buoni no ne vengono fuori! 
E poi la cioccolata - in tavolette o in cacao - che meglio mi riconosce in quella fondente. Quella più vicina al sapore della bacca originale, quella più vera. Non sempre questa parte del mio carattere è apprezzata... ma in fondo una cioccolata fondente difficilmente può essere una barretta di cioccolata al latte!:-) O la apprezzi o nada! 
E bisogna avere molta pazienza a trattare con me... non cedo ai compromessi... avete presente quando sbagliate la cottura per fondere la cioccolata? Ecco, così io sono!:-) 
Poi possiamo decidere se dentro la cioccolata ci vogliamo la cannella o la scorza dell'aranzia, lo zenzero o il peperoncino... sono pronta sempre per qualsiasi avventura mi stuzzichi, purché sia pensata, ci sia una passione dietro che porti a nuove scoperte, a nuovi orizzonti, a nuove emozioni! 
La presenza dell'arancia manco a dirlo, rappresenta il mio lato "siculo", ma rispetto al caffè da a questo dolce un sapore molto delicato e si presta anche per essere consumato dai bambini - almeno i miei hanno apprezzato. 

Ultimo e non ultimo: questo dolce così composto sa di Fiesta, unica merendina industriale per cui ogni tanto trovo giusto farsi male:-)

Anche con questo dolce partecipo al contest "Dolci agrumati" ideato da "Una fetta di Paradiso


nonché al contest "se io fossi..." ideato da Annarita di "Il bosco di alici" in collaborazione con Toni Brancatisano


Alla prossima!
Maria Luisa:-) 





lunedì 28 gennaio 2013

Pici al ragù bianco di palamita, borragine e pomodorini confit

Piatto Terre Solari

Ed eccoci alla nuova sfida di MTChallange! 
Da quando ho iniziato a partecipare non riesco proprio a rinunciarci. Così quando ho visto i pici di Patty mi sono detta: assolutamente devo provarli! 
Per quanto non sia mia abitudine fare la pasta fatta in casa, ma quando il risultato sembra allettante, mi entra in testa il pensiero fisso, aspetto il momento giusto e lo faccio. 
Ho pensato molto al condimento da preparare per questi pici. Un condimento povero, legato al territorio. Per quanto povero, i pici con la carne dovevano essere un piatto per i giorni di festa. 


Così nel mio ultimo ordine fatto a Rosa, dell'Az. Agr. Biologica di Rosa Pacioni di Aprilia (Roma) - per info scrivete qui - che mi fornisce frutta e verdura a domicilio tutte le settimane, butto l'occhio sulla borragine e le chiedo di portarmene 300 gr. Non di più. Vivo nel Lazio da più di 10 anni e la borragine, così diffusa da queste parti, non l'ho mai assaggiata. Si tratta di erba di campo, raccolta insieme alla cicoria e altre erbe spontanee. 
Quando arriva Rosa le chiedo consigli su come cucinarla e mi suggerisce di friggerla in pastella o di prepararci il sugo con il pesce, tipo aricciola. Detto fatto! L'idea mi sembra quella giusta. 
Così finalmente stamattina metto mano alla preparazione dell'impasto dei pici - ho seguito alla lettera le indicazioni di Patty - alla preparazione del sugo con palamita e.... ecco cosa ho preparato!

Ingredienti per 4 persone:

per i pici:

200 gr di farina 00 
100 gr di farina di semola 
2 cucchiai abbondanti di olio evo
pizzico di sale
acqua q.b. (circa 1 bicchiere e mezzo)

per il sugo:

300 gr di palamita (2 fettine)
300 gr di borragine
10-12 pomodorini pachino
una manciata di capperi (io quelli di Filicudi)
100 ml di vino bianco
2 spicchi d'aglio
1 limone non trattato
pangrattato
origano
menta
zucchero
olio evo
sale q.b.

Preparate i pici. Nel post di Patty le indicazioni dettagliatissime. Grazie Patty. Per me che non sono così brava sono state utilissime. 
Unite le due farine e disponetele a fontana. Aggiungete quindi l'olio e un pizzico di sale. Cominciate ad amalgamare aiutandovi con una forchetta aggiungendo poco per volta l'acqua, quanto basta per avere un impasto elastico e continuate poi a lavorarlo con le mani per circa 10 minuti. Lasciate riposare. 

Nel frattempo preparate il sugo.
  • Accendete il forno a 120°. Lavate e dividete a metà i pomodorini. Disponeteli in una teglia da forno. Distribuite sopra 1 spicchio d'aglio tritato, origano, menta fresca tritata, una spolverata di zucchero, sale q.b., un filo di olio evo e mettere in forno 1 ora, o almeno fino a che non vi serviranno. Nel caso preparateli prima. 
  • Pulite la borragine togliendo i pochi filamenti partendo dal gambo. Lavate, tenete da parte qualche foglia più grande per decorare il piatto da portata e tagliate a listarelle il resto delle foglie. Prendete una padella che potrà contenere il ragù e poi anche i pici. Mettete una quantità di acqua sufficiente appena a coprire il fondo e a fuoco medio mettete dentro le listarelle ricavate dalle foglie della borragine. Tenete da parte quelle intere. Fate appassire con coperchio chiuso per circa 10'. Tenete da parte. 
  • Nel frattempo riducete in tocchetti piuttosto piccoli le due fette di palamita. Nella stessa padella, mettete l'olio evo q.b., l'altro spicchio d'aglio intero e una scorzetta di limone. Lasciate insaporire senza far bruciare l'aglio, quindi aggiungete la palamita. Insaporite per circa 5', aggiustate di sale, evaporate quindi con il vino. Aggiungete i capperi e qualche mestolo di acqua e continuate la cottura per circa 10', con coperchio. 
  • Aggiungete quindi la borragine tenuta da parte e insaporite per altri 5'.

Nel frattempo date forma ai pici. Confesso: mi è piaciuto tantissimo "piciare"! Oso dire che è quasi rilassante preparare i pici. Non richiedono nessuna perfezione, se non il fatto di prepararli piuttosto sottili, perchè durante la cottura crescono. 
Consiglio di non superare la lunghezza di un classico spaghetto. Tenerli da parte. 
Mettere a bollire l'acqua per la pasta e ponete nel forno ancora acceso (con i pomodorini) o ancora caldo, un po' di pangrattato in modo che si abbrustolisca un po'. 
Quando bolle buttate dentro le foglie intere di borragine tenute da parte e farle cuocere per qualche minuto. Tirarle fuori aiutandosi con una schiumaiola e tenere da parte. L'acqua prenderà un colore viola. 
Buttate i pici, aggiungete il sale all'acqua e fate cuocere per 5'. Assaggiate e sempre aiutandosi con una schiumaiola aggiungere i pici al ragù preparato. Insaporire per qualche minuto. 

Disponete le foglie intere bollite su un piatto da portata. Versate sopra i pici conditi, decorate con qualche altra fogliolina di borragine, i pomodorini confit caldi, una spolverata di mollica abbrustolita e scorzetta di limone grattugiata fresca.   


A tavola silenzio assoluto!!! Quel silenzio che scende quando tutti tacitamente concordano sulla bontà di ciò che stanno degustando. Un'esperienza da rifare presto, magari riprovando la versione originale di Patty, ma anche molte versioni postate che mi fanno gola.  A posteriori penso che il risultato di questo piatto sia in primis caratterizzato dalla voglia continua di sperimentare sapori e preparazioni - la pasta fatta in casa che non è mia abitudine preparare e le erbe nuove da assaggiare; ma l'influenza, penso inevitabile per tutti, di mantenere il legame alla terra d'origine, di sapori e profumi con cui siamo cresciuti - la palamita, i capperi delle Isole Eolie, i pomodorini confit, il profumo di limone. 
Meravigliosa esperienza degna di un pranzo domenicale coi fiocchi! 

Se non fosse ancora chiaro, con questo post partecipo al contest di MTChallange, che per il mese di Gennaio è dedicato ai "Pici di Patty" di Andante con gusto


Alla prossima! 
Maria Luisa:-) 

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