cos'è casa mia?

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mercoledì 31 ottobre 2012

Muffin alle carote e semi di albicocche con fantasmini!




Buon Halloween a tutti! 
a chi festeggia e a chi no, "dolcetto o scherzetto"? 
Dolcetto! 

Oggi non potevo non fare anch'io la mia parte con un dolcetto, dopo aver postato ieri qualche idea salata!:-) 
Questi muffin dalla tonalità dell'arancio, che tanto ricorda la zucca, oggi protagonista, in realtà sono dolcetti alle carote, soffici e buonissimi, da mangiarne uno dopo l'altro. Già provati qualche settimana fa e riproposti volentieri in questa occasione. 
Mi sono fatta ispirare da questa ricetta, ma l'ho poi variata nella tipologia degli ingredienti.  
Sono talmente soffici che alcuni fantasmini hanno deciso di catapultarsi sopra, stanchi di essere sbattuti a destra e a manca da un vento che non vuol sapere di smettere di soffiare. 
Brrrr... , fa pure freddo! 



Così oltre alle carote, che fanno sempre bene, ho utilizzato lo zucchero di canna e una farina particolare. La farina Trebula, che mi è stata omaggiata dall'Az. Agr. Poggi, di cui vi avevo già parlato in qui e qui. Si tratta di un mix di farine, adeguatamente dosato dalla Fam. Poggi e comprende: farina di grano tenero integrale, semola di grano duro Senatore Cappelli, farina di orzo, farina di grano saraceno, farina di mais, farina di lenticchie. Si presta bene sia per le preparazioni dolci che salate, soprattutto se si desidera un impasto piuttosto scuro. 
Trovo tra l'altro che sia anche facilmente digeribile. 
Inoltre, l'estate scorsa avevo tenuto da parte i noccioli delle albicocche, ricordando che quando ero piccola mangiavamo la mandorla che si trova dentro. 


Questo ingrediente, che non sapevo fosse alla base della preparazione degli amaretti - leggete sugli ingredienti - è stato una scoperta fantastica. Uno perchè ho riassaporato quel sapore dolce con retrogusto un po' amarognolo che mi piaceva tanto anche da bambina. Ma poi non avendolo mai provato cotto, mentre i dolcetti cominciavano a cuocere si sprigionava fuori un profumo di amaretti che ha invaso casa, e che io adoro! 
Incuriosita da questa scoperta vado su internet a vedere se questi semi hanno delle proprietà  particolari e scopro essere particolarmente ricchi di Vit. B17, addirittura considerata una vitamina in grado di contrastare il cancro. Ma questa informazione prendetela con le pinze visto che non sembra scientificamente provato. Tuttavia fate una ricerca autonomamente su internet e ne scoprirete delle belle. Magari le lobby farmaceutiche non hanno interesse a utilizzare una sostanza naturale visto che non è brevettabile, ma noi, nel nostro piccolo, qualche semino al giorno possiamo sempre mangiarlo.... anche perchè sono veramente buoni! 
Intanto vi lascio qui e qui e qui qualche link dove andare a curiosare.


Ecco come procedere per la preparazione.

Ingredienti:

200 gr di carote
50 gr di mandorle
50 gr di semi di albicocche
2 uova temperatura ambiente 
100 gr di zucchero di canna
100 gr di farina meglio se integrale (io Trebula dell'Az. Agr. Poggi)
la scorza di mezzo limone
1/2 bustina di lievito per dolci


Pasta si zucchero bianca e pennarello per alimenti nero per modellare i fantasmini.

Preparazione col Bimby.
Mettere nel boccale la scorza di limone insieme a 20gr di farina e 50 gr di zucchero. Polverizzare: 20'' vel. 9 e tenere da parte.
Polverizzare quindi le mandorle e i semi di albicocche: 10'' vel. 9. Tenere da parte. 
Tritare le carote: 5'' vel. 6. Tenere da parte. 
Sciacquare velocemente il boccale solo con acqua - giusto per togliere residui di carote e carote. Mettere nel boccale lo zucchero rimasto e anche quello polverizzato con il limone: 1' vel. 3.
Unire quindi carote e mandorle. Amalgamare 20'' vel. 3, antiorario.
Quindi aggiungere la farina e il lievito: 20'' vel. 3. 

Montare a parte gli albumi a neve ferma con un pizzico di sale.
Aggiungerli delicatamente all'impasto di carote, aggiungendone poco per volta in modo da lavorarlo meglio e ammorbidire l'impasto. Avrete alla fine un composto morbido, soffice, quasi di consistenza spugnosa. 
Distribuire in pirottini da muffin della misura che preferite e per 3/4 della capienza. Infornate in forno già caldo a 170° per 20-25'. 
I muffin alla fine avranno fatto una leggera crosticina sopra, ma manterranno sempre una consistenza soffice. 

Aspettate che raffreddino e decorate con i fantasmini di pasta di zucchero. 
Noi li abbiamo messi dentro un barattolo, così fino a stasera non li lasciamo scappare!:-) 


Anche con questi dolcetti partecipo al "Halloween Contest 2012" ideato da Parole di Zucchero



Alla prossima!:-) 
Maria Luisa







martedì 30 ottobre 2012

Panini al burro e "tanto rumore... per Halloween!"

Pizza "mostruosa"
Ma cosa sarà mai questo Halloween? Mah... 
Non si tratta di tradizione italiana e spesso non conosciamo né il significato, né l'origine di questa festa. 
Abbiamo imparato che è una festa americana e tanto basta per travestirci da vampiri, fantasmi e streghe e andare in giro a fare "dolcetto o scherzetto".

"Ragno" di Pan Brioche
Lo scorso anno ci siamo trovati a Jesi (AN) in questo periodo. 
Tanti bambini e adulti travestiti che andavano in giro per il corso e negozianti con i sacchetti pieni di caramelle a distribuirle ad ognuno che entrava. 
E se avessero detto niente dolcetto, erano pronti a fare lo scherzetto?!:-)))) 

pizza "fantasma"
Sarà che anche il carnevale ha un po' perso il suo smalto. 
Prima era la festa per far ridere: si scherzava e nessuno si doveva offendere; 
si andava in giro mettendosi addosso qualsiasi cosa suscitasse ilarità, ci facesse cambiare aspetto, almeno per quel giorno. 
Andare in giro travestiti da Batman fa ridere? 
Il consumismo ha trasformato anche questa festa e i nostri figli la percepiscono così, un giorno per travestirsi da principesse e supereroi!  

E questo vale anche per Halloween. 
Che cos'è? Streghe, ragni, bare, mostri, fantasmi, vampiri... 


E allora, viviamola così... ogni occasione è buona per inventarsi stuzzichini, per stimolare la nostra fantasia in cucina e far festa per e con i bambini. Vi lascio queste foto, non bellissime, ma rendono l'idea, di preparazioni salate preparate in occasione di una festa di Halloween organizzata in casa alcuni anni fa - quando i bambini erano piccoli e si riuscivano a contenere meglio - e poi erano andati in giro per il condominio a fare "dolcetto o scherzetto"...


Il ragno è fatto di pan brioche, poi diviso in due panetti di misure diverse, fatte le zampette, spolverato con semi di papavero e farcito con la mortadella. Per la ricetta base vedi qui


Le altre due foto non sono altro che pizze farcite in modo da essere "paurose": un mostro e un fantasma. 

Infine le dita insanguinate non sono altro che panini con wurstel. 

"dita di strega"
Vi lascio qui la ricetta, che è la medesima dei panini che formano il serpente qui.

Ingredienti:


250 gr di manitoba

250 gr di farina tipo 0
200 gr di acqua
95 gr di burro appena morbido 
50 gr di zucchero
7 gr di sale
25 gr di lievito di birra 

1 uovo e poco latte da lucidare


wurstel piccoli


Come al solito i lievitati li preparo col Bimby. 

Mettere nel boccale l'acqua, lo zucchero, il lievito, il burro, quindi le farine e il sale. Impastare 5' vel. spiga. 
Lasciare lievitare almeno per 2h, o fino al raddoppio. 
Quindi riprendere l'impasto, sgonfiarlo, farne un salsicciotto e fare tanti piccoli panetti di circa 30 gr ciascuno - io li peso. 
Stendere ogni panetto con un piccolo mattarello, posizionare sopra un wurstel e chiudere con l'impasto. Posizionare così i panini in una teglia ricoperta da carta da forno. 
Lasciare rilievitare per circa 30'. Quindi accendere il forno a 200-220°. Nel frattempo spennellare con l'uovo i panini e "incollare" sopra mezza mandorla pelata. 
Quando il forno avrà raggiunto la temperatura, infornare per 10-12', o almeno fino a che non saranno di un bel colore dorato. 

Sfornare, lasciar raffreddare, e creare l'effetto "taglio" con il ketchup


La ricetta di questi panini, l'ho trovata qui alcuni anni fa e da allora lo utilizzo spessissimo. E' ottimo! 

Con questo post partecipo al "Halloween Contest 2012" ideato da Parole di Zucchero



Alla prossima!:-) 
Maria Luisa

domenica 28 ottobre 2012

Pane dolce del Sabato



Era da tanto che cercavo di partecipare alle MTChallange ideato da Menù Turistico e finalmente stavolta, anche se solo all'ultimo momento, ce l'ho fatta!

Mi piaceva molto l'idea di preparare il pane dolce del sabato, come da tradizione ebraica, anche se per noi è diventato quello della domenica, con grande soddisfazione dei nostri ospiti. 

Ho seguito la ricetta come indicata da Eleonora, che riporto qui per comodità. Le due trecce sono state farcite diversamente e gli ingredienti sono già inseriti nella lista sotto. 

Ingredienti:
500 gr di farina 0
2 uova medie
100 gr di zucchero
20 gr di lievito di birra
125 ml acqua tiepida
125 ml di olio evo
10 gr di sale
1 cucchiaio di uva passa
1 cucchiaio di rum
1 mela grande
1 cucchiaio di pinoli
cannella in polvere
5 chiodi di garofano
100 gr di cioccolata fondente
poca farina di cocco

per spennellare:
1 tuorlo d'uovo
1 cucchiaio d'acqua 
semi di sesamo e di papavero

Setacciare la farina. 
Io procedo col Bimby, visto che a mano non sono per niente brava con i lievitati. 
Quindi metto nel Bimby l'acqua e la porto a temperatura ambiente: 1', 37°, vel. soft. 
Aggiungo un cucchiaino di zucchero e il lievito: 10'' vel. 3-4. 
Far riposare una decina di minuti fino a far formare la schiuma.
 Unire lo zucchero, la farina e il sale: 1', Spiga. 
Reimpostare 5' a vel. Spiga e con le lame in movimento aggiungere l'olio a filo e quando sarà completamente assorbito aggiungere le uova uno per volta. 
Lavorare l'impasto fino a che non si stacca dalle pareti, lasciandola pulita. Io ho avuto bisogno di aggiungere dell'altra farina per ottenere questo risultato. Nel caso vi consiglio di aggiungerla poco per volta in base alla necessità.

Lasciare lievitare l'impasto per un paio d'ore. 
Quindi riprenderlo, sgonfiarlo, dividerlo in due panetti, e ciascun panetto in 3 panetti. 

Stendere su un piano infarinato i tre panetti formando delle strisce lunghe almeno 50 cm e larghe 10-15 cm. Farcirle a piacere. 


  
Le mie sono state farcite una con purea di mela - 1 mela sbucciata, frullata grossolanamente insieme ad un cucchiaino di zucchero - 1 cucchiaio di uva passa fatta rinvenire per 10 minuti in un cucchiaio di rum e due cucchiai d'acqua, 1 cucchiaio di pinoli tritati grossolanamente, una spolverata di cannella e chiodi di garofano pestati freschi. 


La seconda con cioccolata fondente tritata grossolanamente e una spolverata di farina di cocco. 


Dopo aver chiuso le singole strisce farcite, intrecciarle, poggiarle su una teglia unta leggermente d'olio, e lasciar lievitare per altre due ore. Quindi accendere il forno a 200° e nel frattempo spennellare le due trecce con il tuorlo e l'acqua. Spolverare con i semi che si preferiscono - in questo caso sesamo e semi di papaveri, ma possono essere di zucca o altro, e infornare per 20-25'. 

Questo pane dolce è davvero ottimo. 
Noi l'abbiamo degustato con un buona cioccolata calda, inaugurando con le temperature invernali di oggi - attese si, ma improvvise - le domeniche pomeriggio passate a "coccolarci"!

Grazie ancora a Eleonora di Burro e Miele per aver proposto questa ricetta per il contest MTChallange di Ottobre 2012 ideato da Menù Turistico



giovedì 25 ottobre 2012

Zuppa con roveja (Presidio Slow Food)


Quanto siamo condizionati nelle nostre preparazioni culinarie dalle nostre abitudini alimentari - oltre naturalmente che dai nostri gusti? Tanto, poco? 
Personalmente mi sento molto condizionata nelle mie preparazioni dalla tradizione mediterranea, quella con cui sono cresciuta. Tuttavia mi piace assaggiare tutto e non vado mai in cerca del ristorante italiano quando sono all'estero. Anche quando sono in Italia, da nord a sud, vado esclusivamente alla ricerca di quello che è più tipico, più tradizionale del posto. 
Da questo a riprodurre quei piatti, anche quelli che adoro, quelli che non vedo l'ora di tornare per poterli degustare ancora una volta... non mi va, o almeno, non finché non mi sento tranquilla di ottenere risultati decenti! 
Vado più tranquilla se, trovandomi magari in casa di amici o conoscenti, mi viene fornita la ricetta da chi ha preparato un piatto che mi è piaciuto. 
Come dire... non mi va di sostituire un bel ricordo con qualcosa che non mi viene bene: ne rimarrei delusa! 

Così è stato con la roveja. Ne avevo acquistato un pacchetto già qualche anno fa, incuriosita da questo particolare legume che mi dicono abbia il sapore "tra i piselli e le lenticchie".
Personalmente mi ero fatta attrarre non solo dalla storia di questo legume, coltivato per lo più sui Monti Sibillini, tra la Toscana e l'Umbria, ma che rischia di sparire per via del fatto che si presta solo ad essere coltivato e raccolto manualmente, ma anche perché poco conosciuto quindi con resa economica bassissima. Questa caratteristica ha portato quindi ad essere inserito nei Presidi Slow Food
Ma oltre a questa storia, ho apprezzato la bellezza di questo legume! 


Ancora più bella dopo averla tenuta a bagno. 


Il colore più intenso che si ottiene dopo essere stata a bagno mi porta ad associare la roveja a spiagge tropicali, fatte di sassolini con tutti i colori caldi della terra, che in parte ricordano anche gemme preziose. Ma anche ai più belli paesaggi autunnali fatte di foglie di tanti colori.  

Avevo lasciato quel sacchetto lì ad aspettare l'occasione giusta, troppo preziosi per sbagliare ricetta alla prima occasione. E finalmente qualche sera fa mi sono decisa! 
Ho cercato delle ricette su internet, ma ce ne sono veramente poche. Mi sono lasciata ispirare un po' dal mio istinto e mi sono buttata... 
Il risultato è stato dei migliori e, adesso, conoscendone meglio il sapore, non vedo l'ora di riacquistarla per provare altre ricette che nel frattempo mi sono venute in mente. 


Ingredienti:

500 gr di Roveja Presidio Slow Food (io ho acquistato quella prodotta dall'Az. Agr. De Nicola Maria) 
1/2 kg di bieta
2 patate piccole
1 cipolla piccola
1 carota
1 costola di sedano
20 gr di pancetta
olio evo (io ho utilizzato il Novellara Etnea della Soc. Agr. Doria
acqua calda
fette di pane casareccio tostato
noce moscata e zenzero da grattugiare.

Mettere in ammollo la Roveja per almeno 12 ore. Se possibile cambiare l'acqua almeno 1 volta. 

Per questa preparazione ho deciso di utilizzare il mio wok di ghisa. 
Mentre comincia a scaldare comincio a buttare le carote tagliate a tocchetti e la cipolla. Quando sento che ha raggiunto il calore - le verdure cominciano ad aderire al wok - aggiungo l'olio, circa 40-50gr. Faccio rosolare lentamente, quindi taglio a cubetti la pancetta e aggiungo al soffritto. 


Pelo le patate, taglio a cubetti e aggiungo al soffritto. Faccio rosolare almeno 4-5', in modo che si crei sulle patate un po' di crosticina - non amo il sapore delle patate che si sfaldano nelle zuppe! 


A questo punto aggiungo la roveja, faccio rosolare 4-5'. 
Quindi aggiungo acqua calda fino a coprire l'intera quantità, 2 cucchiaini di dado e continuo la cottura per 1 ora circa, controllando di tanto in tanto se necessita di altra acqua. 

Nel frattempo pulite e lavate la bieta. 
Io l'ho cotta nel Bimby come di seguito.
Mettere nel boccale 1 spicchio d'aglio e 20 gr di olio. Far soffriggere: 4', 100°, vel. soft.
Impostare poi 20', 100°, vel. soft e con le lame in movimento mettere la bieta piano piano dal foro del coperchio. Si ha così modo di inserire i 500 gr di bieta che alla fine, si sa, si riducono a poco più di niente!:-) 

Aggiungere la bieta alla zuppa di roveja gli ultimi 10' di cottura.
A cottura ultimata aggiungere un po' di noce moscata grattugiata. 
A piacere, in ogni singolo piatto si può aggiungere anche dello zenzero secco grattugiato. 
Accompagnare con pane tostato condito con olio. 

Il sapore particolare dell'olio utilizzato - Nocellara Etnea - esalta tantissimo il sapore di questa zuppa.  

E pensare che a me le zuppe sono sempre piaciute il giusto... questa era deliziosa!

Con questa ricetta partecipo al contest Colors&Food: Brown like autumn ideato da Essenza in Cucina e da My Taste for Food


Alla prossima!:-)

Maria Luisa












martedì 23 ottobre 2012

Trecce alla crema aromatizzata al limoncello e mele


Ho scritto dei post lunghissimi recentemente e vedo oggi di compensare lasciandovi solo l'idea per rendere la vostra colazione.... come quella del bar!:-) 

Qualche sera fa ho aperto il frigo per controllare se c'era qualcosa che doveva essere consumata abbastanza velocemente e ci trovo diverse cosine... resti di questo o di quest'altro. 

Decido che posso preparare un gateau di patate e visto che accendo il forno... ops sono rimasti ben due tipi di pasta frolla. Bisogna cuocerli in qualche modo. 
Siccome una l'avevo utilizzata per fare una crostata con la crema per la festa di compleanno di Riccardo e l'altra per la torta deliziosa alle mele, mi si accende la lampadina e mi rivedo a via Caprarie a Bologna, davanti alle vetrine fantastiche dei forni storici, dove spesso vedevo delle sfoglie con crema e mele appunto. Mi sembra il momento giusto per provarle! 
Scongelo la frolla e una crema aromatizzata al limoncello - ne era rimasta qualche cucchiaio, ma non mi va di sprecare nulla e l'ho congelata - e parto. Ed ecco com'era la mia colazione, per la pausa cappuccino il giorno dopo. 


Lascio spazio in questo post solo alle trecce e a breve vi racconterò anche della crostata - visto che è stato un esperimento più o meno riuscito. 

Per le trecce ho proceduto così: ho fatto 4 panetti di 50g l'uno (circa). Stesi in forma rettangolare. Fatti dei tagli lateralmente. Al centro un po' di crema e le mele sopra spolverate solo con poco zucchero di canna. Richiudere facendo aderire la frolla sulle mele. Infornare come da ricetta base. 


Una volta fredde spolverare con zucchero a velo. 


Questo è quello che ho sfornato dagli avanzi posti in frigo e in freezer... e non è poco! Oltre al fatto che ho provato qualcosa che non avevo mai fatto e il risultato è stato ottimo... Anche mio marito ha apprezzato per quanto non ami particolarmente la frutta nei dolci. 

Accompagnate con cappuccino spolverato con cannella!

Alla prossima!:-) 
Maria luisa

lunedì 22 ottobre 2012

Salsa di peperoni e nuova collaborazione


Questo piatto è stato un concentrato di "scoperte"! Ma vado per ordine. 

Da un po' di mesi seguo il lavoro della Società Agricola Doria Srl su facebook
foto, commenti, prodotti. E' un'azienda che opera in una regione della nostra Italia, la Calabria, dove non è mai stato facile portare avanti certe attività. 
Post dopo post leggo la passione che Alessandra Paolini e i suoi collaboratori mettono nel loro lavoro per far si che i loro prodotti siano tra i migliori, che possano rendere felici le nostre papille gustative e le nostre anime. Tanti i riconoscimenti per i loro oli. 
Potete trovare tutto a questo link sul loro sito web
E preferisco lasciare il link perchè sono certa che continueranno ad ottenerne, 
quindi chiunque si trovasse a leggere questo post in futuro potrà vedere anche le novità! 
Tra i riconoscimenti anche la segnalazione sulla guida Slow Food degli Extravergine 2011, 
con il massimo della valutazione "le tre olive". E siamo solo al primo anno! 

Quando abbiamo deciso di collaborare non mi aspettavo di ricevere queste tre meravigliose bottiglie di olio. 




Ho fatto le foto e subito ho voluto svitare il tappo e sentirne il profumo. 
Già le etichette mi mettevano voglia di utilizzarlo. 
Il profumo veramente inebriante mi metteva voglia di assaggiarlo, subito! 
Ma avevo appena bevuto un cappuccino, non era il caso!:-)
Un profumo così invitante, ma con una loro specifica particolarità.
 Mi sento in dovere quindi di chiedere consiglio ad Alessandra sul loro specifico utilizzo, ma lei mi risponde in maniera così gentile, confermando la sua fiducia nelle scelte che farò, ma in compenso mi invia i Profili Sensoriali dei tre oli che ho a disposizione.

Nocellara Etnea
L’olio presenta un fruttato medio-intenso di olive verdi ed alla giusta maturazione, associato 
a sentori di erba, frutta secca e pomodoro verde. 
Al palato risulta decisamente amaro e lascia una forte e persistente sensazione piccante di 
peperoncino. 
Nel retrolfatto si riconoscono i sentori di erba fresca, cardo, verdure acerbe, foglia d’olivo e 
pomodoro verde. 
Complessivamente, è un olio di forte struttura e gradevole, con aromaticità incentrata sui 
toni amari ed verdi. Le note aromatiche distintive risultano eleganti e di buona persistenza. 

Sud

L’olio presenta un fruttato medio di olive verdi, accompagnato da sentori di frutta secca e 
foglia d’olivo. 
In bocca ha buon equilibrio gustativo; le sensazioni di dolce, amaro e piccante risultano di 
media intensità e persistenza. 
Nel retrolfatto si riconoscono  l’erbaceo, la mandorla amara, i legumi verdi e freschi e la 
foglia d’olivo. 
Complessivamente, è un olio armonico, di giusta persistenza, discreta struttura e aromaticità 
particolare. 

1315
L’olio presenta un fruttato medio di olive alla giusta maturazione, accompagnato da sentori di erba, pomodoro acerbo, erbe aromatiche di campo, cardo e mandorla dolce. 
Al gusto risulta ben equilibrato, con amaro e piccante intensi e persistenti. Lascia una netta 
sensazione di peperoncino fresco. 
Nel retrolfatto si distinguono il cardo, l’erba ed il pomodoro verde. 
Complessivamente, è un olio di struttura forte ed elevata persistenza, lievemente prevalente il tono piccante. 

Dopo la lettura dei profili sensoriali ho ancora più voglia di assaggiarli, ma rimando l'assaggio al pomeriggio. 

E approfitto dell'ora della merenda dei miei bambini. 
"Facciamo pane e olio oggi per merenda?" 
"Siiiiiiiiii" in coro. Adorano il pane con l'olio! 
"Allora facciamo un giochino. Prepariamo delle fette di pane e su ciascuno mettiamo un olio diverso. E voi mi dovete dire quale preferite o se vi piacciono tutti e tre." Accettano. 

Decido di andare a occhio e vedere se poi coincidono le mie sensazioni con quelli dei profili sensoriali inviatemi.
Prima bruschetta con il Nocellara Etnea. Che buono! 
Riccardo e Alessandro dopo aver finito la bruschetta decidono che dentro c'è del peperoncino. 
E' vero, è un po' piccante, ma avranno delle papille gustative particolarmente sensibili! 
Non è così evidente, se ne sente appena nel retrogusto.
Sud: moooolto apprezzato. 
1315: buono anche questo, ma anche qui dicono loro che c'è un po' di peperoncino. 
Hai capito queste due forchette, come hanno superato la prova! 

Io li ho apprezzati tutti e tre. Li ho assaggiati prima senza pane e trovo che il Nocellara Etnea sia un olio nel complesso dal sapore delicato; l'1315 preferirei utilizzarlo per le preparazioni a crudo, mentre Sud è più intenso come sapore. Sul pane comunque sono ottimi tutti e tre!  

Così il giorno dopo procedo alla ricetta. 



Una ricetta, che come sta capitando in questo caldo autunno, ha il sapore di un'estate che si prolunga, anche troppo. 
E dico estate prolungata perchè, anche qui ai Castelli Romani si va in maniche corte anche di sera, e peperoni e pomodori se ne trovano ancora anche negli orti familiari e aziende agricole bio - da cui normalmente mi fornisco.

Ingredienti per 4 persone:

350 gr di pasta Mafalda corta
350 gr di pomodori da sugo
300 gr di peperoni rossi tagliati a tocchetti
1 piccola cipolla rossa di Tropea 
1 spicchio d'aglio
un mazzetto di prezzemolo
40 gr di olio evo (io olio Sud, Soc. Agr. Doria)
sale q.b. 
pecorino da grattugiare sopra (io Maiorchino stagionato) (a piacere)

Procedo col Bimby. 
Mettere dentro al boccale la cipolla divisa a metà mentre le lame sono in movimento a vel. 7, per 5''. Aiutandosi con la spatola mandare sul fondo la cipolla tritata. Aggiungere lo spicchio d'aglio e 40 gr di olio. Far "sudare" la cipolla: 4', 100°, vel. soft. 
Aggiungere quindi i peperoni: cuocere 10', 100°, vel. soft. 
Aggiungere i pomodori tagliati in quarti e aggiustare di sale. Cuocere altri 20', 100°, vel. 1. Se il sugo risultasse troppo acquoso - può dipendere dai pomodori quanto dai peperoni - fate andare a Varoma per qualche minuto. 
A fine cottura lasciar scendere la temperatura a 80°, quindi omogeneizzare: 40" vel. 9-10. 
La salsa è pronta. Cuocere la pasta, condire con la salsa, aggiungendo prezzemolo fresco tritato e una spolverata di pecorino. 


Se non avete necessità di utilizzare l'intero quantitativo preparato potete sempre conservalo mettendolo in barattoli di vetro dopo aver riportato la salsa a 100° - bastano 2-3' - tappare e mettere sottovuoto capovolgendo il barattolo. Oppure congelarli sempre in barattoli di vetro. 

Chiudo tornado sulla questione "educazione al gusto" ai bambini. 
I miei - 7 e 5 anni - hanno spazzolato tutto, hanno fatto il bis (che fanno veramente di rado) e hanno commentato: "Mamma, ma questa pasta l'hai condita col ketchup?" 
NO, naturalmente! 
Ma qualche giorno prima avevo appunto preparato il ketchup che avevano naturalmente provato immediatamente. E, in effetti, i prodotti di base sono uguali. 
Mi sono chiesta se me l'avrebbero detto collegando il sapore ad un classico ketchup industriale. 
I bambini sanno perfettamente associare i sapori dei cibi che mangiano. 
E quello che gli facciamo mangiare da piccoli sarà il loro riferimento "critico" da adulti. 
Trattiamoli bene, e non li sottovalutiamo! 

Alla prossima!:-) 
Maria Luisa

mercoledì 17 ottobre 2012

Anche il ketchup lo faccio da me...


Dite quello che vi pare, ma io i miei figli ai fast food non ce li porto! Mi chiedono "ma i tuoi figli non li hai mai portati al ... bip... (fast food)?" "No. Perchè non li porterei mai dove si mangia male!" Un po' come quando, essendo due maschietti, mi dicevano: "Ma perchè non gli compri i jeans?" Perchè i bambini odiano i jeans; e anche io soprattutto finchè hanno avuto i pannolini. Loro vogliono muoversi liberamente, giocare senza doversi tirare su il pantalone, avere libertà di movimento se vogliono correre, sedersi, andare in bici. La tuta è l'unica cosa che penso apprezzino a questa età. Ma perchè questi cuccioli cosi carini, appena nati devono assomigliare agli adulti, così spesso noiosi. Loro hanno tutta la vita per scoprire tutte le costrizioni del mondo degli adulti.  Poi ogni tanto perchè glieli regalavano, un po' perchè compravo i jeans per cambiarli i giorni di festa o per andare alle feste... appena li tiravo fuori "Nooooo, i jeans no!"

Tornando al fast food, che cucino a fare tutto in casa e se poi vado a ingurgitare un paninazzo con hamburger e patatine, che digerisci dopo due giorni? Questa la mia esperienza, di cui l'ultima risale a 13-14 anni fa.  

Perché nessuno invece mi chiede se li ho portati a fare una bella gita a Eataly o al Salone del Gusto? Perchè ai bambini dobbiamo rifilare sempre le "sole". OK, d'accordo, prometto, li porterò anche al fast food, per curiosità così possono fare i confronti. Perché se oltre a portarli a Eataly o al fast food gli fai notare anche cosa mangiano la differenza la percepiscono anche loro. 

Mai sottovalutarli!:-)  


Nel frattempo, trovata la ricetta del ketchup - normalmente fornito solo a livello industriale - la proviamo e il risultato ci è piaciuto. Forse lo aggiusteremo - secondo Alessandro è troppo piccante (mi sa che sente il sapore della senape), ma hanno apprezzato.



Ingredienti

1kg di pomodori
180 gr di peperoni rossi a pezzi
130 gr di cipolle rosse tagliate a metà
2 spicchi d'aglio
100 gr di aceto di vino rosso (io aveto di mele)
1 pizzico di noce moscata
10 semi di senape
10 grani di pepe nero
1 foglia di alloro secca
1 cucchiaino di paprika piccante
1 pizzico di pepe cajenna
1 cucchiaino di sale
100 gr di miele (io millefiori)




Esecuzione (col Bimby).
Mettere nel boccale i pomodori, i peperoni, la cipolla, l'aglio e 50 gr di aceto rosso: 5" vel. 7. Cuocere per 40' a Varoma, vel. 2, avendo cura di posizionare sopra al coperchio il cestello, che permette di fare evaporare i liquidi, ma di non far schizzare.
Aggiungere l'aceto rimasto, le spezie e il miele: cuocere 15-20', a Varoma, vel. 2 finchè il composto non risulta ben denso. Togliere quindi il cestello e inserire il misurino nel foro del coperchio. Omogeneizzare 1', vel. 10. Versare in un vasetto sterilizzato con tappo a vite, chiudere bene e lasciare capovolto per 10' affinché si crei il sottovuoto. 
Tenere in frigo una volta aperto. 

Questa ricetta è stata liberamente tratta dal libro "In tutte le salse" edito dalla Vorwerk. La medesima ricetta si trova anche su "Cucinare a modo mio" edito sempre dalla Vorwerk. 

Alla prossima!:-)
Maria Luisa




martedì 16 ottobre 2012

Torta deliziosa alle mele


Guardo di rado la TV. Ma "Che tempo che fa" è un appuntamento a cui non rinuncio. Così inizio a scrivere questo post mentre ascolto Roberto Saviano. 
Lo considero da sempre un eroe dei nostri tempi. Di personaggi come lui, dentro e fuori dalla TV ne avremmo bisogno eccome se ci fosse la volontà di essere un paese che guarda in faccia i propri problemi e li vuole risolvere. E non parlo solo di chi governa, ma anche degli italiani in genere. 
Per una strana coincidenza questa sera avevo deciso di postare questo torta deliziosa alle mele e ripensando al detto "una mela al giorno toglie il medico di torno" posso dire che, in my opinion,  se Roberto Saviano fosse un frutto sarebbe una mela.  

La torta che vi propongo in questo post è una ricetta provata per la prima volta parecchi anni fa, ai tempi dell'Università. Non avendo molti soldi per acquistare anche le riviste di cucina, le alternative alle nostre solite ricette era provare le quelle proposte sulla bustine del Lievito "Pane degli Angeli". Molte mi piacevano e questa è tra quelle che è entrata di diritto tra le mie ricette preferite, anche se ho apportato qualche modifica. 
Chissà perchè la faccio di rado, ma tutte le volte riconfermo il mio gradimento. 
Una torta morbida e profumata e allo stesso tempo leggera, deliziosa. Da consumare anche dopo pranzo con il caffè, ma anche alle 5 del pomeriggio con un buon té.



Ingredienti: 

450 gr di farina 00
200 gr di zucchero
150 gr di burro freddo
125gr di yogurt bianco intero
1 uovo
1 bustina di lievito
la scorza e il succo di 1 limone
una presa di sale
cannella
chiodi di garofano
4 mele
1 pera matura 


Preparo la frolla con il Bimby. Se lo preparate a mano procedete come per la frolla, tenendo conto che questo impasto rimane un po' più morbido ed elastico rispetto alla frolla normale. 
Mettere nel boccale 100 gr di zucchero, 50 gr di farina e la scorza del limone: 20" vel. 9. 
Aggiungere il burro, lo yogurt, l'uovo e il resto della farina, il pizzico di sale e la bustina di lievito: 20" vel. 5.  
Lasciare riposare in frigo almeno 1h, coperta con pellicola. 
Sbucciare le mele, tagliare a fettine e irrorarle con il succo di limone. 

Riprendere la frolla dal frigo utilizzarne un po' più della metà per coprire la teglia che avete deciso di utilizzare. E' sufficiente comunque per coprire una teglia da pizza grande. Ma regolatevi in base ai vostri gusti, cioè se la frolla vi piace un po' più spessa o più sottile. In questo modo otterrete una frolla alta poco meno di 1 cm.  Bucherellare la frolla, coprire con le mele, la pera tagliata a tocchetti, spolverare con il restante zucchero e una spolverata di cannella e chiodi di garofano appena pestati.



Con la restante frolla fare dei bastoncini e creare la griglia sopra le mele. Cuocere 25-30' in forno già caldo a 180°, o finchè non diventa dorata. Quindi sfornare, lasciare raffreddare e spolverare con zucchero a velo. 

La casa sarà inondata da un fantastico profumo di mele, cannella e chiodi di garofano, unito al profumo della frolla. Sono quei profumi fantastici, che adoro, che mi trascinano dentro un autunno che ritarda ad arrivare e poi mi catapulta direttamente verso le festività natalizie, che già anche i bambini cominciano ad aspettare, iniziando il loro personalissimo count down!:-)  

Alla prossima!:-)
Maria Luisa




  

lunedì 15 ottobre 2012

Pan brioche con ripieno alla messinese



Chissà se si può definire patologia... ?
Perchè più che nostalgia la chiamerei proprio "affetta da patologia di dieta mediterranea"! Si può dire? 
Giustifico così il mio legame ai sapori della mia isola, la Sicilia. Perché non è che ho voglia di tornare a viverci. Fosse per me potrei vivere in un camper per tutta la vita, al solo scopo di poter cambiare paese, città, emisfero ogni qualvolta lo ritengo necessario. Mi piace sentirmi cittadina del mondo, non metto mai radici. E qualsiasi posto io abbia visitato per una breve vacanza, o dove ho vissuto più o meno a lungo, a parte le bellezze naturali o architettoniche, le persone che incontri, sono i profumi e i sapori dei cibi, fosse anche una semplice ma gustosa insalata, anche solo un cappuccino, un té, un cioccolatino, che mi legano indissolubilmente ad un paese, ad una casa, a una persona. Tutto quello che posso lo riproduco - se possibile, se mi riesce - o quanto meno ci provo! Altre cose invece preferisco pensare che un giorno tornerò e le mangerò lì, di nuovo. Come l'ananas e le banane... dopo averle mangiate a Cuba... vabbé, non c'è confronto, mi faccio del male a mangiarle qui... 

Questo per dire che ieri, nel corri corri di una domenica mattina, con un impegno subito dopo pranzo, con varie telefonate ricevute, il tempo per preparare il pan brioche che avevo promesso di portare, si era ridotto al minimo. 

L'avevo messo a lievitare sabato sera, aggiungendo solo un pizzico di lievito di birra, ed era pronto per prendere forma. Elimino dalla mia testa tutte le idee che avevo pensato e riduco il tutto a una torta salata. Ma il risultato non mi è dispiaciuto per niente! Così non l'avevo mai provato. Anche il ripieno era stato pensato più "elaborato", ma per la fretta c'è stata la variazione dell'ultimo momento. E chissà perchè, quando meno te l'aspetti, quel ricordo di cose buone ti torna alla mente e ti giunge in aiuto. Perchè non fare un ripieno come la focaccia messinese? 


Corri corri, ma questa torta era davvero ottima ed è stata apprezzata da tutti. Ho sottratto l'ultima fetta, al solo scopo di fotografarla e condividere sul blog anche la ricetta.... 

Ingredienti: 

1 dose di pan brioche - vedi qui
1 piccolo cespo di lattuga scarola
150 gr di scamorza morbida
6-7 olive greche
3 pomodori maturi sodi 
sale q.b.
olio evo
origano

Impastando il pan brioche la sera prima, potete utilizzare solo un pizzico di lievito e lasciarlo lievitare tutta la notte. 
Quindi dividete a metà il panetto. Stendete la prima parte fino ad ottenere una base che copra una teglia classica da pizza. Bucherellate la pasta sul fondo aiutandovi con una forchetta.
Quindi lavare e asciugare la lattuga e i pomodori. Tagliate la lattuga a striscioline larghe 1-2 cm e ricoprite completamente la base della pizza. Tagliate a tocchetti i pomodori e distribuiteli sopra la lattuga. Stessa cosa vale per la scamorza e le olive, avendo cura di eliminare l'osso. 
Salate e condite con olio a piacere e aromatizzate con origano (meglio se profumato. Io uso quello siculo, raccolto a tempo debito e messo a seccare). 
Stendete il secondo panetto e coprite la pizza, sigillando i bordi. Visto che era rimasto un pezzetto da parte ho deciso di decorarla con una sorta di "cordone". 


Spennellate con l'uovo la superficie e a piacere spolverate con semi di sesamo. 
Infornate per 20' a 200°. Il pan brioche è pronto quando risulta dorato, quindi la durata della cottura può dipendere dal forno.

Gustarla tiepida o fredda. 

Alla prossima!:-) 







venerdì 12 ottobre 2012

Ziti al pesto di zucchine e zucchine croccanti


Era da un po' che volevo pubblicare questa ricetta. 
Sapete già cosa penso dei prodotti fuori stagione. 
Le zucchine ci sono per 4-5 mesi. Va benissimo utilizzarle per tutto questo tempo, poi basta!:-) La natura offre veramente talmente tante delizie per ogni singola stagione, che utilizzare le stesse cose per tutto l'anno mi sembra riuduttivo! 
E allora, se volete approfittare delle ultime zucchine croccanti e delle ultime foglie di basilico e conservare i profumi dell'estate, vi consiglio di preparare questo pesto, anche per conservarlo per l'inverno.

Il verde, chissà perchè, è un colore che attrae poco i bambini se lo vedono nel piatto. 
Io me lo sono rivenduto sempre come "pesto di coccodrillo". Allora lì, a pensare, ripensare, dove avevo trovato il coccodrillo, se avevo usato la zampa o la coda... 

Fatto è che se gli dici che è pesto di coccodrillo, allora è buono;
 se la stessa cosa dici che è pesto di zucchine, bleeeeeeee, che schifo!!! 


Allora pesto di coccodrillo sia!:-) 



Ingredienti:

350 gr di pasta tipo Ziti
300 gr di zucchine + una zucchina grande
40 gr di parmigiano
100 gr di latte intero
30 gr di foglie di basilico
1 spicchio d'aglio
50 gr di olio evo
olio di semi di girasole per friggere
qualche pomodorino di Pachino
sale q.b.

Preparare il pesto di zucchine.
Preparazione col Bimby. Mettere nel boccale l'aglio e l'olio. Soffriggere: 4', 100°, vel. mestolino. 
Aggiungere le zucchine pulite e tagliate a tocchetti. Insaporire: 5', 100° vel. 1. Aggiungere latte e sale e continuare a cuocere 5', 100°, vel. 1. A cottura ultimata lasciar scendere la temperatura a 80°. Quindi aggiungere il parmigiano e frullare il tutto: 20'' vel. 8-9. Volendo potete cuocere anche il doppio di questa quantità e congelare la quantità che non vi serve subito. 

Nel frattempo mettete a cuocere l'acqua per la pasta e friggete le zucchine. Tagliate la zucchina grande con la mandolina o, se riuscite anche con un coltellino, ma devono essere molto sottili. 
Friggetele giusto per farle diventare croccanti e tenete da parte. 
Cuocete la pasta, condite con il pesto di "coccodrillo" e servite con le zucchine croccanti e qualche pomodorino. 
Non potranno dire di no!:-) 


Buon week end. 
Alla prossima!:-) 


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